Opran nell'uom, qualor pacata è l'alma.
Accumular prodigiiPotria certo il Signor, ma senza questi
Pur con sue leggi soliteSana e protegge chi a ben far si desti.
Il penitente popoloDopo le preci meno ismorto riede,
E più costante esercitaSua carità, perchè doppiata ha fede.
Ed allor men sovente abbandonatiVan gli egri da' famigli e da congiunti;
E più d'un egro che di duol peritoFora per l'abbandon, s'altri l'aiuta,
Forze ritrova, e più del morbo i dardiA lui non son mortiferi. In tal guisa
Scema la strage a poco a poco, e cessa.
Ah! in questi miseri anni Europa invasaDall'indica per l'aer corrente lue,
Quanta per ogni loco alzar dee lodeA te, Religion! Dove i più ardenti
Soccorritori delle inferme turbe?
Eran color che a beneficio spintiVenìan da fede! Eran le pie fanciulle
Vincolate da voto a farsi ovunqueAncelle de' languenti! Eran dell'are
Degni ministri! Erano illustri o scuriConcittadini che schernir solea
La vigliacca empietà, perchè prostesiSovente all'are onde traean virtude!
E te fra tanti ardimentosi egregi,
Ottogenario Vescovo, annovravaLa nostra Cuneo dianzi, a' più tremendi
Lunghi giorni di morte e di spavento!
Te col drappello de' tuoi forti amiciCingeano indarno gli ululi codardi,
E i turpi esempli di color che aïtaNegavano a' giacenti! Impallidìa,
Ma per alta pietà, non per pauraLa vostra fronte, ed al pallor gentile
Succedea sulle guance il nobil focoDella vergogna per l'altrui fiacchezza.
E quando truce cova, e già scoppiandoVa in queste Taurinensi aure la lue,
Chi a' bisogni provvede e rischi affronta,
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Poesie inedite
di Silvio Pellico
Tipografia Chirio e Mina Torino 1837
pagine 291 |
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Europa Religion Vescovo Cuneo Taurinensi
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