Che in man dell'uom dalla sua gloria scese.
Sostegno quattro fidi ecco si fannoAl padiglion, sotto cui l'Ostia viene
Riparatrice dell'eterno danno
Escon del tempio, e in meste cantileneSalmeggiano il bel carme in che il Profeta
Reo si chiamava, ed estollea sua spene.
All'ansio mover della schiera è metaIl tetto di fratello o di sorella,
Cui forse morte è già da Dio decreta.
E talor quell'afflitta anima in bellaGiace magion, che al volgo ivi stupito
Rammemoranza d'alte gioie appella.
Allor più d'un fra gl'infimi è colpitoDal sentir ch'è pur cosa egra e mortale
Uomo a sorti sì splendide nodrito.
E tra sè dice: "Ai fortunati oh qualeStolta invidia portai, se tutti dee
Involver duolo ed esterminio eguale!
E mentre le atterrite alme plebeeIl vil livor depongono, e commosse
Pregan per lui che l'ultim'aure bee,
Con dolcezza rammentan com'ei fosseModesto in sua possanza, e come pure
L'altrui miseria a pietà sempre il mosse.
Ovver tristi rammentan le pressureCh'oprate lunghi giorni ha il vïolento,
Insultando degl'imi alle sventure.
Lagrime versa quei di pentimento,
E scorge di perdon raggio feliceEntro al cor ricevendo il Sacramento:
E a sè d'intorno mira e benediceLa carità di quella pia congrèga,
Che i torti obblìa dell'alma peccatrice,
E pel suo scampo sempiterno prega.
Chi sì fredda laudar mente potrìaSì del bello avversaria e del sublime,
Che la potenza non ammiri ed amiDel gran mister? Mentre all'infermo è data
Per patire o morir forza oltr'umana,
Uno spirto di serii pensamentiE di mutua pietà gli astanti afferra;
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Poesie inedite
di Silvio Pellico
Tipografia Chirio e Mina Torino 1837
pagine 291 |
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Ostia Profeta Dio Sacramento
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