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      Dato non sia da ignoti o da sprezzanti,
      Ma pochi amici con pietoso zeloSeguano la mia bara salmeggianti,
      E valga sì de' lor sospiri il merto,
      Che tosto siami il sommo regno aperto!
     
     
     
      I PARENTI.
     
     
      Deus cilim honoravit patrem in filiis
      (Eccli. c. 3, v. 3)
     
     
      Inno di gratitudine e d'amoreAl Creator de' nostri cuori amanti,
      Di tutte meraviglie Creatore!
     
      Dacchè pel fallo prisco dolorantiAlla luce veniam, qual dolci aïta
      Ne' genitorï è data a' nostri pianti!
     
      In ogni coppia umana, onde la vitaD'altri umani si svolge, ecco una diva
      Pe' figiuoletti carità infinita.
     
     
      Vedi la vergin titubante e privaD'ogni ardimento, simile a cervetta
      Che intorno guata, e de' perigli è schiva.
     
      Chi nella fievol, timida animettaOpra mutazione inaspettata,
      Quand'è fra il coro delle madri eletta?
     
      Di progenie d'Adamo al ciel chiamata,
      Grave è il sen della dianzi paventosa,
      E il pondo regge da dolor cruciata.
     
      Ed il porta con forza generosa!
      E dopo un figlio compro a tanto prezzoD'orrende angosce, altri portar pur osa!
     
      Oh di strazii mirabile disprezzoIn creatura sì gentil, che solo
      Parea nata de' fiori al molle olezzo,
     
      Onde bëasse a lei d'intorno il suoloE le dolci aure col suo bel sorriso,
      E morisse alla prima ombra di duolo,
     
      Per destarsi felice in Paradiso.
     
      Vedi la donna col suo piccol nato,
      Che suggendole il seno a lei sorride:
      Sebben abbiale tanto egli costato,
      La madre da lui mai non si divide.
      Insazïata il guarda, insazïato
      È il provveder ch'ei non s'affanni e gride:
      Animo lieto o da timore oppressoNella veglia o nel sonno ha ognor per esso.
     
      Lo sposo benchè a lei caro cotanto,


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Poesie inedite
di Silvio Pellico
Tipografia Chirio e Mina Torino
1837 pagine 291

   





Eccli Creator Creatore Adamo Paradiso