Che abbondin tradimenti e fratricidii?
Che del dubbiar l'orribile cerastaStrazii le menti e tragga a' suicidii?
Al torrente de' vizi argin chi pone,
Se mal la patria a' figli suoi provvede?
Se de' fanciulli il cor non si disponeDa' genitori ad alti sensi e fede?
Se il giovine schernir religïone,
O simularla da' canuti vede?
Perchè t'onorerà, padre, il tuo figlio,
Se in te virtù mai non brillò al suo ciglio?
Sia maledetta la progenie ingrataCh'alza sul genitor risa di scherno!
Mal s'affanni di giubilo assetata,
E nell'alma sua vil regni l'inferno!
Ma al par de' figli iniqui e irreverenti,
Voi sommamente sciagurati e abbietti,
Che versate negli animi innocentiMortifero velen con opre e detti!
Vita lor deste, e por li avete spenti!
Da Dio li avete, e contro a Dio concetti!
Prodotto avete per l'età future!
Germi rei di più ree progeniture!
Bella è di colta civiltà la luce,
Che assai chimere d'ignoranza espelle!
Ma se spoglia è di fè, non altro adduceCh'arti affinate in basse anime felle.
Altera iva, già tempo, i suoi tesoriDi ricchezza e di fama e di possanza
Roma pregiando, e sebben tocche avesseL'ignee quadrella di sventura, e sommo
Più sulla terra il cenno suo non fosse,
Ancor a sè dicea: "La invitta io sono!
L'accenditrice della sacra fiammaDel saper nelle genti! e indarno lutta
Contra il mio genio di barbarie il genio!
Ma venne il dì che la città del mondoFremebonda languendo in crudo assedio,
Prevedea suo sterminio ed il trionfoDella barbarie propugnata e sparsa
Dal valente Alarico.
Una Sibilla
Nel roman Foro passeggiava irata,
| |
Poesie inedite
di Silvio Pellico
Tipografia Chirio e Mina Torino 1837
pagine 291 |
|
|
Dio Dio Alarico Sibilla Foro
|