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      Dove San Carlo ha sue pedate impronte;
      E sotto voce ai figli il genitoreLe virtù narra di quel gran Pastore.
     
      Poscia ciascun pur là s'arresta molto,
      Dove il fulcro d'un letto anco si vede:
      Il letto fu di Carlo! Ivi quel voltoDormì e vegliò quando a lodar la fede
      De' Varallensi a lor si fu rivoltoDalla Lombarda glorïosa sede.
      Oh reliquia onorata! oh quanti ispiraDi pietà desiderii in chi la mira!
     
      E colà presso, d'un più antico Santo
      Venerevole avanzo è custodito:
      Un teschio egli è! Chi di facondia incantoEffuse da quel teschio ora ammutito?
      E chi da quelle or vote occhiaie ha pianto?
      Chi cogli sguardi i cuori indi ha colpito?
      Caïmo fu! quel forte che volea,
      Ed all'opre ardüissime impellea!
     
      Adorator de' secoli vetustiNo, non son io: so che barbarie assai
      Contro a' fiacchi porgeva arme agl'ingiusti,
      E alle vendette succedean più guai:
      Ma sfavillar pur si vedean tai giusti,
      Che d'obblio non saran preda giammai:
      Del secol lor vinceano il genio tristo,
      L'alme träendo a caritate e a Cristo.
     
      Onore a nostra età per fatti egregi,
      Ma non per la calunnia e pel sogghigno,
      Con che vorriansi vilipesi i pregiDi chi fra rozzi oprò saggio e benigno!
      Ogni secolo ha menti onde si fregi;
      Ogni secolo impulsi ha dal maligno:
      Ah! in ogni età da' cuori ingentilitiAbbiansi laude gli atti a Dio graditi!
     
      A Dio graditi certo erano e sonoD'alta religïon que' monumenti,
      Ov'ansio d'impetrar pace e perdonoTutti elèva il mortal suoi sentimenti;
      Ove chi più fu sotto i vizi prono,
      Talor più sorge, e move a' begli intenti;
      Ove color che già inimici furo,


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Poesie inedite
di Silvio Pellico
Tipografia Chirio e Mina Torino
1837 pagine 291

   





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