Così soccorra, come a me soccorri:
Tu vuoi che in forte guisa il bello io senta,
Tu vuoi che al giusto il plauso mio consenta.
Tu doni a' figli tuoi mente e parola,
Non perchè il dono tuo venga sepolto;
Tu non imprechi investigante scuolaSu non vietato ver fra l'ombre avvolto:
In odio a te l'indagin empia è solaChe contra il cenno tuo l'ardire ha volto:
Tu gl'ignari del mal chiami felici,
Ma il veggente non reo pur benedici.
Tu che sei tutto amor, la sacra stampaDella natura tua nell'uomo imprimi:
Gagliardo sprone e inestinguibil lampaTu sei di tutti aneliti sublimi.
Tu godi quindi se il mio spirto avvampaPer que' tuoi fidi che in virtù son primi:
Tu godi se fra lor taluni eleggo,
E nel lor santo oprar meglio ti veggo.
A me tu dato hai queste fiamme ardenti,
Con cui desìo de' petti amici il bene,
E con cui studïando i tuoi portentiTraggo esultanza, e di capirti ho spene:
Così caldo sentir più non diventiEsca giammai di vanità terrene:
Mie passïoni in guisa tal governa,
Che lode sièno a tua saggezza eterna.
Sempre le temo, e sempre sento ancoraChe in amar altre cose io troppo m'amo:
Cieca errò mia bollente alma sinora,
E presa fu di sua superbia all'amo.
Distruggi il suo sentire, o lei migliora;
O vil torpore, od amor santo io bramo:
Ah no, non vil torpor, dammi amor santo,
Tu che le tue fatture ami cotanto!
I SECOLI.
Militia est vita hominis super terram.
(Job. 7).
Vidi un'età delle sue forze altera,
E questa rifulgea dal greco lido:
Superava i famosiSecoli che brillàr per altre sponde;
Ed oltre ad immortal virtù guerriera,
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Poesie inedite
di Silvio Pellico
Tipografia Chirio e Mina Torino 1837
pagine 291 |
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Job
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