Ma con sacre faville indi incrementoTrasser tante malefiche faville,
Che se qui il ver, là incensi ebbe l'ingannoE fur cäosse ancor tenebre e lumi:
Dei tre veggenti forseAll'ombre irate il fatal don rimorse.
Vidi un'età delle sue forze altera,
E l'uom che in lei saldissim'orma impresse,
Fu il Ligure che volseSu novello emisfer l'armi e la frode
Dell'ingorda europea stirpe guerriera:
Chiese ad Italia che colà il träessePromettendole un mondo, e spregi colse;
Mosse ad Ispania, e prore ottenne e lode;
Trovò i promessi regni,
E n'ebbe in guiderdon vincoli indegni.
Voce sublime alzàr d'Europa i liti:
Questo fra tutti eventi è il benedetto,
Onde ignoranza cessaNella sparsa d'Adam grande famiglia!
Ambo emisferi dal battesmo unitiScola esser denno a incivilir perfetto:
Chè se per or la nova gente è oppressaDall'invasor che a dirozzarla piglia,
Succederà al conflittoIl trionfo dell'ara e del diritto".
Gloria brillò sugli arbitri dell'acque;
Ma l'assalita rozza gente, inveceD'aver tutela amata
Negli ospiti arricchiti in quel terreno,
Parte ad orrenda tirannia soggiacque,
Parte in pugne e miserie si disfece:
Invidi per la terra conquistataI vincitori si squarciare il seno:
Il novo mondo e il vecchioFur di colpe e sciagure alterno specchio.
Vidi un'età delle sue forze altera,
E il decimo Leon ne andò festoso,
Intorno ad esso egregiCotanti fur di civiltà i cultori.
Oltremonti ferveano ira guerrieraE furibondo zel religïoso,
Sì che Roma schernìan popoli e regi;
Ma ad onta delle guerre o degli errori,
Di belle arti reìna
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Poesie inedite
di Silvio Pellico
Tipografia Chirio e Mina Torino 1837
pagine 291 |
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