E folta nebbia pur vi si mescea;
E spesso i furti eccelse opre fur detti,
E il parricida a mieter laudi sorse;
E senza amici il giustoVivea schernito, e di calunnie onusto.
Io vidi i tempi, e mesto allor sorrisiDell'uman replicato, allegro vanto,
Che ai posteri s'apprestiCarco minor di guerra e di perfidia:
Dacchè del sangue del fratello intrisiI passi di Cäin furo e di pianto,
La famiglia mortal sempre funestiNutre germogli di fraterna invidia:
Mutan le usanze, e ognoraConvien che Abel gema, perdoni e mora.
Orrenda è storia, e sarà sempre orrendaQuesta milizia della umana vita,
Tal che lo stesso Iddio
Fattosi a noi fratel, fu strazïato!
Inorridiam, ma non viltà ci prenda:
Possente è umanità, benchè punita;
La regge quel Divin che a lei s'unìo!
Il figlio della creta è al duol dannato,
Ma la terribil prova,
S'egli ambisce il trionfo, a dargliel giova.
Non qui, non qui il trionfo inter! - ma pureQui già comincia lo splendor de' giusti!
Patiscon danni e morte,
E il maligno sprezzarli indi s'infinge.
Ei chiama lor virtù volgari e scure;
Vorrìa che i rei fosser di laudi onusti;
Ma tutte coscïenze un grido forteSon costrette ad alzar (Dio le costringe):
Falsa è, Cäin, tua gloria,
Il grande è Abel, d'Abello è la vittoria!"
ALESSANDRO VOLTA.
Erat vir ille simplex et rectus,
et timens Deum.
(Job. I. 1).
Europa e il mondo onor ti rende, o Volta,
Per l'altissimo ingegno ond'hai naturaScrutata, e in gravi magisterii svolta.
E fin che indagin glorïosa duraDi scïenze tra i figli della terra,
Il nome tuo d'obblio non fia pastura.
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Poesie inedite
di Silvio Pellico
Tipografia Chirio e Mina Torino 1837
pagine 291 |
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