Sovente i giorni miei trascorrean mesti,
Perocchè i tuoi consigli io non seguìa,
Mentre pur mi fulgean veri e celesti.
Varie sorti e distanze a quella miaTenerezza per te scemàr vantaggio,
E poco al tuo savere io mi nodrìa.
Vedendoti di rado, il mio coraggioAppo la Croce non durò abbastanza,
E a follìe tributai novello omaggio.
Ahi! diè l'Onnipossente a mia incostanzaCastigo di sventura e di catena,
E lurid'antro a me divenne stanza!
Tu, certo, benchè allor pensieri e lenaTi s'infiacchisser per decrepiti anni,
Raccapricciasti di mia orribil pena,
E con secreti gemiti ed affanniPer me a' pie' del Signore hai dimandato
Sollievo e forza, ed alti disinganni.
Ei t'esaudiva, e il creder tuo stampatoCosì alfine in quest'alma addentro venne,
Che più da dubbii non andò crollato.
E gaudio e libertà poscia m'avvenne,
E rividi la madre e il genitoreDopo la sanguinosa ansia decenne.
Ma ne' giorni del mio lungo doloreMolte vite finìan la mortal traccia,
E di batter cessò tuo nobil core.
Duolmi che più non posso infra tue bracciaGettarmi alcun momento, e alzare il ciglio
In tua paterna, veneranda faccia.
In tutti i dì del mio terreno esiglioPregherò Dio che schiuda a te sua reggia,
Se mai fuor ti legasse aspro vinciglio.
Ma te già spero nell'eletta greggia!
Di là mi vedi, e preghi impietositoChe in tua pace per sempre io ti riveggia.
Perdonami se tardi io t'ho obbedito!
A tua amistà m'affido, e affido pureQuel diletto mio Porro, a te gradito!
Impetra il fin dell'alte sue sciagure;
Impetra ch'io con esso e gli altri amici
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Poesie inedite
di Silvio Pellico
Tipografia Chirio e Mina Torino 1837
pagine 291 |
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Croce Onnipossente Dio Porro
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