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      Che forse ha perdutoUn'ombra di ben.
     
      Timore, speranza,
      Dolore ed amoreDel leve uman core
      Son vario sospir:
      Sospiro son breveLa gioia, il martire,
      Son breve sospiroLa vita, il morir.
     
      E pure in sì breveSospiro, o mio Dio,
      M'hai dato il desìoD'accoglierti in me!
      M'hai dato una luceChe diva si sente,
      M'hai dato una menteCh'elevasi a te.
     
     
     
      LA MENTE.
     
      Conjungere Deo et sustine.
      (Eccli. 2. 3).
     
      E che importa ovunque gemaQuesta salma sciagurata,
      S'altra possa Iddio m'ha dataChe null'uom può vincolar?
      Della creta dagl'inciampiEsce rapida la mente:
      Più d'un tempo è a lei presente,
      Cielo abbraccia e terra, e mar.
     
      Io non son quest'egre membraDi poc'alito captive;
      Io son alma che in Dio vive,
      Io son libero pensier.
      Io son ente, che, securoCome l'aquila sul monte,
      Mira intorno, e l'ali ha pronteOgni loco a posseder.
     
      Invisibile discendoOr a questi, or a quei lari;
      Bevo l'aura de' miei cari,
      Piango e rido in mezzo a lor.
      De' lontani veggio i guardi,
      De' lontani ascolto i detti:
      Mille gaudii d'altrui pettiMi riverberan nel cor.
     
      Essi pur, benchè da loroLunge sia mio seno oppresso,
      San che li amo, san che spessoA lor palpito vicin:
      San che sol la minor parteDi me preda è degli affanni;
      San che l'alma ha forti vanni,
      Che il suo vol non ha confin.
     
      Lode eterna al Re de' Cieli
      Che m'ha dato questa mente,
      Che lo immagina, che il sente,
      Che parlargli e udirlo può!
      Morte, invan brandisci il ferroDi che mai tremar degg'io?
      Sono spirto, e spirto è Dio;
      Nel suo sen mi salverò.
     
     
     
      MESTIZIA.
     
      In eo enim in quo passus est ipse et tentatus,
      potens est et eis qui tentantur auxiliari.


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Poesie inedite
di Silvio Pellico
Tipografia Chirio e Mina Torino
1837 pagine 291

   





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