Grazie e perdoni.
Egli è colui che i doloranti sana;
Che dalla morte, ch'all'uom rugge intorno,
Sotto il suo scudo amico lo allontanaDi giorno in giorno.
Poi quando a molte umane brame arrise,
Toglie quell'ente che vivendo amollo;
Ma questo debol ente ei non uccise,
Sugli astri alzollo.
Egli è colui che ai sopportanti oltraggioIn guiderdone offre onoranza eterna;
Colui che i fati del mortal lignaggioE il ciel governa.
Misericordia ed equità lo guida,
Se crea, se cangia, se mantien, se spezza:
Amico all'uomo, ei vuol che l'uom dividaSua tenerezza.
Un giorno scese dall'eccelsa sferaPer esser uomo e allevïarci il duolo;
Calice orrendo, affinchè l'uom non pera,
Tracannò solo.
Ci favellò non più come in Orebbe
Con formidabil, mistica favella,
Ma qual mortal che della donna crebbeAlla mammella.
E quella Madre ch'egli amò cotantoDiede alle donne qual modello e amica,
Qual Madre a ognun ch'a lei con dolor santoSue pene dica.
Le nostre pene, ah sì! dalle Taurine
Sponde alla Madre del Signor dicemmo,
E le pupille sue sovra noi chineBrillar vedemmo.
L'indica lue nostr'aure appena attinse,
Ci risovvenne la pietà degli avi,
E quella Madre col sospir respinseGl'influssi pravi.
Andò assalendo il morbo alcune vite,
Ma più rifulse indi il recato scampo:
A gare insiem di carità squisiteS'aperse un campo.
Anco una Forte del più debol sessoAccorse agli egri, sorbì l'aer funesto,
E consolò con dolci cure e amplessoL'orfano mesto.
E visti fur della città i Maggiori
Trar di Maria Consolatrice al piede,
E in voto stringer tutti i nostri cuori
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Poesie inedite
di Silvio Pellico
Tipografia Chirio e Mina Torino 1837
pagine 291 |
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Orebbe Madre Madre Taurine Madre Madre Forte Maggiori Maria Consolatrice
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