A salda fede.
E visti furo i cittadin più cultiColl'umil volgo unirsi, in Dio sperando,
Nè de' beffardi paventar gl'insultiMaria invocando.
Piace al Signor che la sua Vergin Madre
Ne incori e affidi col suo bel sorriso,
Sì ch'aspiriam con opre alte e leggiadreAl Paradiso.
Vera religïon, ch'è tutta bella,
Gaudio ne pinge in Dio, non vil cipiglio,
Se lo onoriam ne' Santi, e vieppiù in Quella,
Cui nacque Figlio.
Guasta dall'uom, religïon ne pingeNon so qual Dio alterissimo, cui duole,
Se a quella Madre che al suo sen lo stringeDrizziam parole.
Fede in te sempre avremo, o Genitrice
Dell'umanato, ver Lume divino!
Tu sei potente in ciel, tu salvatriceSei di Taurino!
IL VOTO A MARIA.
Deinde dicit discipulo: "Ecce mater tua".
(Ioh. 19. 27).
Serpeggiava il malefico elementoCui dal Gange svolgea l'ira divina,
E, recato per l'aer morte e spavento,
Pur la dolce assalìa sponda Taurina:
Dalla nostra città s'alzò un lamentoAlla Vergin, cui terra e ciel s'inchina;
E come gli avi già correano ad essa,
Corremmo a lei colla fidanza istessa.
Sciolto è il voto, innalzata è la Colonna,
Che, or volge un anno, il cittadin fervoreImprometteva alla superna Donna,
Deprecando l'orribile malore:
Speranza in lei vieppiù di noi s'indonna,
Dacchè prova ci diè somma d'amore:
Venne l'indica lue, tremenda apparve,
Ma al cenno di Maria sedossi e sparve.
Ah! questo monumento una incessanteSarà preghiera delle nostre schiatte!
Ei rammenterà sempre al vïandanteL'inclite grazie che a Taurin son fatte.
Ve' l'immagin di Lei col Figlio amante,
Ch'orgoglio umano ed uman'ira abbatte!
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Poesie inedite
di Silvio Pellico
Tipografia Chirio e Mina Torino 1837
pagine 291 |
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