Deh! nessun passi mai per questa viaChe il cor non alzi ver Gesù e Maria!
O Regina del Ciel, non è sgombrataLa fera lue da tutti i nostri lidi!
Piange al flagel Dertona sconsolata,
E d'altre sponde a te s'elevan gridi:
Pietà di loro! e sia Taurin salvata!
Chiedi al Signor che a lui viviam più fidi;
Digli che il vuoi; le menti in noi migliora,
E il figlio tuo benediranne allora!
Deh, ci ottieni ogni don, ma più virtuteDi fraterna concordia e d'intelletto!
Qui l'alme vili sien di gloria mute,
Qui del bello e del ver splenda l'affetto!
Qui insidie di stranier non sien tessute,
Qui sia armonia di Prence e di soggetto!
Qui in pace o in guerra, in giubilo od in piantoStiane Maria sospitatrice accanto!
Tu, dopo il Dio che s'umano in tuo seno,
Sei l'Ente più benefico del mondo;
La nobil Eva in cui non fu veleno;
La vincitrice dello spirto immondo;
L'umano cor che al divin Rege appienoGradì, perchè in amar fu il più profondo:
Tu sei la donna in sua perfetta altezza;
Degli Angioli e di Dio sei l'allegrezza!
Invan sonò in più secoli, ed invanoSonerà ancor di cieche menti il riso,
Che il bel culto a Maria chiamano insano:
Noi la Donna onoriam del Paradiso;
Noi giubiliam che il Reggitor sovranoVolgane, in braccio a lei, clemente viso;
Noi sentiamo l'incanto celestialeD'aver madre una madre al Dio immortale!
Quindi risponderemo all'infeliceChe corruccioso ti sogguarda e ghigna:
Degli avi nostri fu consolatrice,
E nostr'umile pianto udì benigna!
Divine cose il nome suo ne dice;
Per esso in noi più cavitarie alligna!
Non sappiamo amar Dio fuorchè con Quella,
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Poesie inedite
di Silvio Pellico
Tipografia Chirio e Mina Torino 1837
pagine 291 |
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