Ed ecco il pio filosofoIn ceppi rei giacer:
Eccol d'iniquo giudiceGl'insulti sostener.
- "Che ti giovar gli stolidiDel Nazareo costumi?
Se brami scampo, ossequioPresta ad Augusto e a' numi:
Mira per quei che agl'idoliIncenso negan dar,
Mira i parati eculei,
Mira i flagei d'acciar".
Non si smentì nell'ansiaDella terribil ora;
Mostrò come un Apostolo
Opri, patisca e mora:
Al giudice, a' carneficiPerdono oppose e amor,
Ed il sublime esempioNobilitò altri cor.
Venner con lui dal carcereAi barbari supplici
Intemerata vergineE cinque eletti amici:
La giovin fra gli straziiUn gemito mandò;
Giustin mirolla, e impavidaGli strazii sopportò(4).
SAN CARLO.
Bonus pastor animam suam datpro ovibus suis.
(Ioh. 10, v. 11).
Oh! quanto degno è di fiducia un grandeDi pietà e sacrificii operatore,
Che fu debol mortale, ed ammirandeForze trovò nel suo sublime amore!
Fama antica non è che voci espandeSovra Carlo, d'Insubria almo Pastore;
Ei visse quasi ieri, e sue pedateIn tutto il suol natìo sono stampate.
E perocchè de' secoli non volveOscura nube di sua vita i fatti,
Dir non possiamo: "Era d'un'altra polve,
Era di tempi al dolce errar men atti".
Dir non possiam: "Noi tal etade involve,
Che irresistibilmente al mal siam tratti".
Ma ravvisiam come in orrendi tempiPossan pur di virtù fulgere esempi.
Sotto il tempio gigante di Milano
Un delubro contien la sacra spoglia;
Colà viene il devoto da lontano,
E de' commessi falli si cordoglia,
E fede ha ch'ivi niun pregar sia vano,
E torna speranzoso alla sua soglia;
E narrato è di cuori, un dì perversi,
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Poesie inedite
di Silvio Pellico
Tipografia Chirio e Mina Torino 1837
pagine 291 |
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Nazareo Augusto Apostolo Ioh Carlo Insubria Pastore Milano
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