È l'umil conflittoD'arcana virtù.
La vergine sacraAl Dio degl'infanti
Sublima sue peneCon palpiti santi;
È abbietta ai mortali,
Ma l'anima ha in ciel.
Con Dio nella menteLe cure più gravi,
Le cure più viliDiventan söavi:
Bassezza non tangeUn'alma fedel.
La vergine sacraAl Dio de' bambini
Vagheggia in Maria
Affetti divini,
Le impronte cercandoDi lei seguitar.
Non volgono ai bimbiTirannico ciglio
Color, che mirandoMaria col suo Figlio,
Li veggon dal cieloSui bimbi vegliar.
Ah! sì, benedetteVoi tutte, o bell'alme,
Che ai miseri infantiPorgete le palme,
Di padri e di madriVestendo l'amor!
Pensier non vi premeDi plauso o di scherno:
I poveri amandoAmate l'Eterno:
Ai bimbi servendoServite al Signor.
LA GUIDA.
Cuius anima est secundum animamtuam.
(Eccli. 37.16).
Ognor amai sublimi oggetti, e ognoraUn più di tutti: - ah! quei non era Iddio,
Non era il sommo Ben ch'or m'innamora!
Ma fra i cuori mortali era il più pioCh'io conoscessi, era alcun nobil cuore
Che a virtute innalzasse il desir mio.
Quai debbo grazie renderti, o Signore,
Che fra mie cieche idolatrie pur maiIn beltà vili non ponessi amore!
Nell'obblïar tua propria luce errai,
Ma negl'idoli miei sempre io bramavaL'ineffabile incanto de' tuoi rai.
Se creature troppo io venerava,
Erano creature in te invaghite;
Era qualch'angiol che ver te volava.
Tai luminose tracce ivan seguiteSol dagli sguardi miei maravigliati,
E nel mondo io tenea l'orme irretite;
Ma perocch'io vedea gli angioli amatiAnelare a' tuoi lumi e benedirti,
Io pure i lumi tuoi sempre ho sperati.
Intero il voler mio non seppi offrirti
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Poesie inedite
di Silvio Pellico
Tipografia Chirio e Mina Torino 1837
pagine 291 |
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Dio Dio Dio Maria Figlio Eterno Eccli Iddio
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