Balzar dal soglio, e impallidire, e gli occhiEmpirglisi di lagrime, e le grandi
Rammemorar virtù del cavaliero,
Giurando alta vendetta.
Ora Ugonello
Vincolato ecco giace entro i profondiUmidi cavi di vetusta torre;
E provata apparendo omai la neraTrama ed i sortilegi e l'omicidio,
Gode l'accusator, gode una turbaD'invidïosi or satisfatta, e ognuno
Di que' nemici aspetta la imminenteDel prigionier condanna; e non pertanto
V'ha moltitudin pur d'illustri e d'imi,
Che reo stimar non san quel, già fra' sommiSeguaci di virtude annoverato.
Le cure mille del Tedesco Impero
E del regale Italo serto, e il vivoDesìo di non fallir, tengon sospesa
L'alma d'Otton per varii giorni. IntantoVeniva egli nel circo alle adunanze,
E più del consüeto era cruccioso,
E de' suoi fidi gl'intelletti ognoraFeansi industri con feste a serenarlo.
Misti alla densa spettatrice follaPalpitavan due petti, usi coll'arpa
A ridir cose non del volgo: a loroD'ogni grande spettacolo la vista
Era di grandi sensi ispiratrice.
Uno è il vecchio Romeo, guerrier de' montiOnde scende Eridan; l'altro Aldigero,
Suo figliuolo e discepolo: Aldigero
Non noto sol per gl'inni suoi gagliardi,
Ma formidabil nelle patrie pugne,
E cor, cui sublimato ha degno amorePer la vergin de' cantici lombardi,
Rafaella, a que' dì gloria d'Olona.
Fascino avea sull'anima d'entrambiQue' bellicosi spiriti la luce
De' poetici studi. Il vïandanteLe valli attraversando in notti estive,
Vïolarsi i dolcissimi silenziDa dilette armonie sui colli udiva;
Ed erano i due vati, ardenti spesso
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Poesie inedite
di Silvio Pellico
Tipografia Chirio e Mina Torino 1837
pagine 291 |
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