Sugli estesi gradini è brulicante!
Quanto splender nel sottoposto foro,
Intorno al soglio di colui che Italia
Regge e Lamagna, e in Occidente è primo!
- Oh padre! ei dice; qual soggetto a carmeD'italo trovadore, e come il labbro
Di Rafaella, se in Verona or fosse,
L'alzerebbe sublime! Un gran monarcaChe di due nazïoni i sommi aduna
Per drizzar tutti i torti! E quel monarcaGiudice è tal, che può cotante sciorre
Inveterate liti, e le può sciorreO com'angiol di Dio, disseminando
Sapïenza ed anelito di pace,
O com'angiol di Sàtana, con rattoPiglio i buoni strozzando od illudendo!
- Figlio, taci per or; bevi a larg'ondaI robusti concetti, e le speranze,
E il paventar magnanimo. Indi cresceDell'ingegno l'acume, e in avvenire,
A fulminar le laide opre de' vili,
E a cingere di luce i generosi,
Ti detterà più invigoriti i canti.
Terminò dell'augusto parlamentoL'affaccendato primo giorno, e allora
Fino al seguente dì venner le regieCure sospese, ed il pensoso Sire
Collo scettro i baroni accomiatava.
Gli applausi de' baroni Imperadore
L'acclamavan del mondo, e le catervePiene di maraviglia e di letizia
Ripetean l'alto grido.
Asceso Ottone
Sul candido destrier, per la più largaTrapassa delle vie (dall'eccheggiante
Arena al suo palagio) ampia corsìaTutta sparsa di fiori e di tappeti
E d'ardenti profumi, entro le muraDella città scorrendo. A tanti viva
Il festoso clangor si maritavaDi cento e cento trombe; ed a' guerrieri
Ed a' cavalli il cor battea sì lieto,
Qual batter suol della vittoria al suono.
Quel moversi de' popoli irruente
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Poesie inedite
di Silvio Pellico
Tipografia Chirio e Mina Torino 1837
pagine 291 |
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