Otton chiamò la vergine, le cinseL'eburneo collo di splendenti gemme,
E dal suol rïalzandola, degnossiDirle: - Qual grazia chiederesti? - Ed ella:
- Se t'offese Aldiger, deh! gli perdona,
E mite sii nelle condanne, o sire!
Cessò la festa, e pieno di söaveCommozïone era d'Otton lo spirto,
Ed all'intime stanze dei riposiRiträendosi, disse al più fidato
De' cancellieri suoi: - M'avea lo schietto,
Ma severo Aldiger mosso a tal ira,
Ch'io divisava d'Ugonel la morte;
Pacato or sono, e indugierò.
FeliceQuel freno ai moti del rigor! felice
La sapïente vergine che a brameDi verità togliea l'impeto scabro
Delle audaci parole, e ammorbidìaCon abbondante carità i consigli!
Il sospendersi i fulmini, die' locoA gravi scoprimenti: entrò discordia
Fra gl'inimici d'Ugonel; le accuseSi contraddisser; la menzogna apparve;
Del Sassone Emerigo l'omicidaFu manifesto e dato a morte; e colmo
Di gloria uscì del carcer suo Ugonello.
Fu grato all'Imperante il liberatoEd alla vergin trovadrice; e vide
Ch'ella amava Aldigero, e che Aldigero
Per l'emula ne' carmi si struggea,
E fra i varii parenti accordo trasse,
E l'imen si compiè. Sorrise Ottone
Ai degni sposi, e a Rafaella disse:
- Temprato dal tuo pio genio celeste,
Il vigor d'Aldiger più non m'irrìta.
Nè da quel dì Romeo gl'impeti incautiNon temè del figliuol: fatto era questi
Prode leon che a gentil maga è ligio.
EBELINO
CANTICA.
L'idea di questa cantica non è tutta mia. Il tema vennemi fornito da un romanzo storico tedesco, ch'io lessi già tempo, e di cui ignoro l'autore. Il merito letterario di quel libro mi pareva debole, ma il personaggio d'Ebelino vi spiccava con tratti forti, e mi rimase vivamente impresso nella fantasia, come nobile modello di pazienza ne' dolori.
| |
Poesie inedite
di Silvio Pellico
Tipografia Chirio e Mina Torino 1837
pagine 291 |
|
|
Aldiger Otton Aldiger Ugonel Ugonel Sassone Emerigo Ugonello Imperante Aldigero Aldigero Ottone Rafaella Aldiger Romeo Ebelino
|