Ivi narravasi d'Ebelino, non so con qual fondamento, ch'ei fosse un povero cavaliero scacciato nell'adolescenza con atroci minaccie di morte da sette disumani fratelli, e divenuto uno de' liberatori della regina Adelaide. Questo giovane prode passato in Germania coll'illustre vedova di Lotario, allorch'ella sposņ in seconde nozze Ottone I, dipingevasi dal mio autore quale un nuovo Giuseppe alla corte d'Egitto, potentissimo e sapientissimo; e a fine di meglio somigliare al vicerč di Faraone, Ebelino scopriva anche i suoi fratelli, venuti d'Italia a Bamberga senza che immaginassero chi egli fosse, e perdonava loro. Conservata alcun tempo la sua alta fortuna sotto Ottone II, cadeva poscia vittima d'un traditore collegato a molti invidi rivali; ma il traditore stesso, agitato da visioni spaventevoli, confessava indi a poco l'innocenza dell'immolato Ebelino.
EBELINO.
Si bona suscepimus de manu Dei, malaquare non suscipiamus!
(Job. 2, 10.)
Inno d'amore e di compianto al giusto,
Al giusto denigrato! Ebelin, fidoCampion del magno Ottone e consigliero,
Colui che al generoso Imperadore
Veritą generose favellava,
E i biasimati torti indi con mentePronta e amorevol correggea e sagace;
Colui, che, senza ambizļon nč orgoglio,
Spesso invece del sir ponea la destraAl timon dell'impero, e lo volgea
Del sir con tanta gloria e securanza,
Che questi, anco in cimento arduo serrandoLe auguste ciglia al sonno, a lui dicea:
Vigila or tu, che il signor tuo riposa;
Quell'Ebelin, che, lagrimato il sacroCener del magno Otton, d'Otton novello
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Poesie inedite
di Silvio Pellico
Tipografia Chirio e Mina Torino 1837
pagine 291 |
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