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      Piovver dal cielo i fulmini, e il bugiardoSpirto ravvolser negli eterni abissi.
      Ov'è il Giuda novel? - Perchè perdutoDelle guance ha il vermiglio, e la baldanza
      Della voce e del guardo? - E perchè al risoChe da Tëofania volto gli è spesso
      Non ride, e gli occhi abbassa, o spaventatoMira a destra e sinistra? - E perchè a sera,
      Se in luoghi oscuri passa, affretta il piedeA illuminata parte, e ansante giunge
      Quasi inseguito fosse? - E perchè cercaTalor per via i mendici, e su lor versa
      A piene mani l'oro, e di lor preciL'aiuto invoca, e inefficaci poscia
      Di quei le preci ei furibondo chiama? -
      E perchè ne' festini alcune volteCionca e sghignazza, e intrepido si vanta
      Contro a tutte paure, e quando a lettoVa nell'ebbrezza, trema ed urla, e al fido
      Servo chiede il cilicio e se lo cinge?
      Pentimento ei bramava, e scellerataL'alma era fredda, e a pentimento chiusa.
      Un dì, colui con altri sommi duciPassò a fianco d'Otton sovra la piazza,
      Ove ancor d'Ebelino ad alto paloVedeasi infisso il teschio. Il traditore
      Volea finger letizia, e le pupilleMiseramente stralunava, e insieme
      Forte i denti batteangli. Ottone il guarda,
      E vacillar sovra l'arcione il vede,
      E a sostenerlo accorre.
      - Oh! che ti turba?
      Oh! che ti turba? Gli ripete.
      - È desso!
      Sclama Guelardo, il mio tradito amico!
      Chi dal giusto immolato mi sottragge?
      E prepotenza di rimorso invitta,
      Ma non pia, lo costringe. Ei malediceE terra e ciel, ma l'alto arcano svela.
      Folto drappello d'ottimati, e foltaMoltitudin di volgo al confessante
      Fa cerchio, e inorridisce a sue parole,


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Poesie inedite
di Silvio Pellico
Tipografia Chirio e Mina Torino
1837 pagine 291

   





Giuda Tëofania Otton Ebelino Guelardo