Tutta imparando la esecrata istoria.
Da tanti petti universal s'innalzaUn lamento: - Oh sventura! oh atroce colpa!
Il caduto Ebelino era innocente!
Ed Otton più che gli altri inconsolatoRaccapricciando grida: - Oh me infelice!
Era innocente, e trarre a morte il feci!
Il traditor nel suo sangue stramazza.
Qual mano il colpo diè primier? Mal puoteFama saperlo. I più disser che ratto
Un ferro in cor si configgesse il tristo,
Altri che Otton percosselo. Il tumultoFerve con rabbia orrenda. In cento brani
Ecco lacero, pesto, annichilatoIl cadavere infame. E s'inchinaro
D'Ebelino anzi il teschio e imperadoreEd ottimati e popolo, e nel tempio
Dato fu loco alla reliquia santa.
Alto clamor di giubilo e di rabbiaRimbombò nell'inferno, al piombar quivi
Il traditor, ma sol menonne festaL'abbietta e sciocca de' demonii plebe:
Il lor superbo re, poste con iraSu Guelardo le luci e le calcagna,
Urlò: - Che gloria alma sì vil mi reca!
ILDEGARDE
CANTICA.
Anche l'Ildegarde è una di quelle cantiche ch'io aveva in lontani anni disegnate, e già era questa eseguita in gran parte, ed onorata degli amichevoli suffragi del nostro Monti e di Byron. Spariti quegli abbozzi con altre carte da me in dolorosa vicenda perdute, ho tentato dodici anni dappoi di ricomporre la stessa produzione, quantunque non ignaro che difficilmente in età provetta si ritrovano le felici ispirazioni della gioventù.
ILDEGARDE.
Pars bona mulier bona.
(Eccle. c. 26, 3.)
- Perché alle torri del superbo Irnando
Sempre drizzi lo sguardo, o mio Camillo?
- Sposa, io molto l'amava; e in questi giorni
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Poesie inedite
di Silvio Pellico
Tipografia Chirio e Mina Torino 1837
pagine 291 |
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