Pagina (201/291)

   

pagina


Pagina_Precedente  Pagina_Successiva  Indice  Copertina 

      Ei dimandava al cielo, e presagiva la caduta degl'invasori. - (Ploremus ergo coram Deo, poeniteat nos iniquitatum nostrarum, et a praesenti calamitate calamitatum maxima liberi facti erimus).
      La cacciata degli stranieri diede novella virtù ai Saluzzesi; le discordie civili scemarono, e s'estinse a que' giorni con Roberto la gloria della fatale casa d'Angiò, che aveva cotanto illuso ed insanguinato l'Italia. Carlo, figlio di Roberto, era premorto al padre, e lo scettro passò nelle mani di Giovanna, figlia di Carlo, la quale, rea dell'uccisione d'un marito, patì infiniti guai, ed infine dal vendicatore del primo marito fu data a morte.
     
     
     
      I SALUZZESI.
     
      Odium suscitat rixas, et universadelicta operit charitas.
      (Prov. 10. 12).
     
      I.
     
      Dolce Saluzzo mia! terra d'anticheNobili pugne, e d'alternate sorti
      Prospere e infelicissime, e d'ingegniChe t'onoràr con gravi magisteri,
      O con bell'arti, o con sincere istorie,
      O coll'affettüoso estro che splendeIn ognun che ti canta, e vieppiù splende.
      Sovra l'arpa gentil di Dëodata(1),
     
      Tua prediletta figlia! Io ti saluto,
      O terra de' miei padri, e dall'affettoChe ti porto, m'ispiro oggi cantando
      Un tuo illustre dolor d'anni lontani,
      Che fu dolor da forti alme compianto,
      E da forti alme sopportato e mistoAhi troppo! a colpe, ma pur misto a esempi
      Di patrio amor, di lealtà e di senno.
      O fantasia, sulle tue magich'aliToglimi a' dì presenti, e con gagliardo
      Vol ritocchiamo il secolo guerrieroDi Tommaso e Manfredo; il secol pieno
      Di guelfe e ghibelline ire, che servoParve e non fu dell'ultimo Angioìno;


Pagina_Precedente  Pagina_Successiva  Indice  Copertina 

   

Poesie inedite
di Silvio Pellico
Tipografia Chirio e Mina Torino
1837 pagine 291

   





Ploremus Deo Saluzzesi Roberto Angiò Italia Roberto Giovanna Carlo Prov Saluzzo Dëodata Tommaso Manfredo Angioìno