Del marchesato...
- Chi?
- Manfredo.
- Un sogno,
Un sogno è il tuo: Manfredo osò la manoStendere al serto del nepote un giorno,
Ma pochi il secondaro, e giurò pace.
- Fur vïolati da Tommaso i sacriVincoli della pace, e l'insultato
Manfredo sorge con diritto, e pugna.
- Foggiati insulti! Agli occhi miei rifulgeDi Tommaso la fede.
- Or cessa, o zio,
Di compianger l'iniquo, e sostenerlo.
A quest'ora medesma in ch'io ti parlo,
Invitte squadre ascosamente tratteSon da più lati del Piemonte, l'une
Da Savigliano e circostanti borghiObbedïenti al re, l'altre portando
La Taurinense e la Sabauda insegna;
Ed a lor si congiunge Asti, ed il nerboDe' Monferrini guelfi; e, pria che albeggi,
Saluzzo investiranno, e di Saluzzo
Da interni guelfi s'apriran le porte.
- Perfidia tanta ah! non permetta il cielo!
- Manfredo, signor nostro, a te m'invia,
A te ch'egli ama e venera, e possenteCrede appo Dio.
- Che vuol da me il fellone?
- T'acqueta.
- Che vuol ei?
- Rende onoranzaA quella fama tua che in parte celi
Per umiltade, e forse in parte ignori,
Ma che sul volgo e sui baroni è immensa.
Il vigor de' Profeti, è nel tuo sguardo,
Nella parola tua, nell'inclit'opre!
Nè fur poste in obblìo le ardimentoseVerità che portate hai cento volte
In nome dell'Eterno a' piè de' forti.
Banditor oggi te desìa, te vuoleDi verità terribili Manfredo:
Vieni i Visconti a maledir nel campo,
Vieni in Saluzzo a maledirli; vieniTommaso a maledir, che a' ghibellini
Fatto s'era mancipio; e il tuo ispiratoIngegno volgi a secondar gl'intenti
Di chi protegge i popoli e il diritto.
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Poesie inedite
di Silvio Pellico
Tipografia Chirio e Mina Torino 1837
pagine 291 |
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