Intanto che a Staffarda i coccollatiSalmeggiavano in coro, e che l'antico
Ugo sul palafreno i pantanosiSentieri e le boscaglie attraversava,
Mossa da Moncalier, tragge a Saluzzo
Moltitudine varia e spaventosa:
Di regie insegne e d'alleati, e insiemeCo' guerrieri diversi orrende bande
Di comprati ladroni. Il sommo duce
Č Bertrando del Balzo, altero e prodeSiniscalco del rege, e di Bertrando
Primo seguace č il traditor Manfredo,
Ch'entrambe i suoi fratelli sconsigliatiSeco strascina alla malvagia impresa.
Giunger vonno di notte appo le muraInsidïate, e lor sorride speme
Ch'a suon di trombe s'apra ivi la porta.
Ma precorsa č la fama, e quando arrivaL'oste a' pič di Saluzzo, e dagli araldi
Si suonano le trombe, al suono audaceInterna intelligenza non risponde,
E nessun ponte levatoio scendeDegl'invasori al passo. Irte le mura
Stan di lance fedeli, scintillantiAl raggio della luna, e dal lor grembo
Piovon sull'oste urli di rabbia e dardi;
Ed a quegli urli universal succedeIl grido popolar: - "Viva Tommaso!".
Sė che Manfredo per livor si mordeAmbe le labbra, e al baldanzoso volgo
Giura dar pena d'infinite stragi.
Il Provenzal Bertrando, alma beffardaDell'amistā del rege insuperbita,
Quasi rege teneasi, e agevolmenteSovr'ogn'italo sir vibrava scherni.
Prorompe ei quindi in tracotante riso,
E voltosi a Manfredo: - Ecco, gli dice,
Quel che ne promettesti universaleAmor per te de' Saluzzesi spirti!
Poi dopo il riso atteggiasi a disdegno:
- Tutti siete cosė! Promesse, vanti,
Folli speranze! ed ardui indi i perigli,
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Poesie inedite
di Silvio Pellico
Tipografia Chirio e Mina Torino 1837
pagine 291 |
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