In un popol di stirpi concitateAd aneliti varii e a varii lucri;
E ragioni si schierano possentiAl mio intelletto, sì ch'io neghi al regno
D'uno straniero in Puglia incoronatoIl giunger con sua fama e co' suoi brandi
A collegarci a reverenza e pace.
- Pensa, o canuto, ch'alto assunto è il nostro:
Degna è di te l'aïta.
- Aïta bramoRecarvi, sì: guisa sol una io scorgo.
- Qual?
- Del popolo agli occhi e degli armatiIntercessor presenterommi a voi,
E per relïgione ambi e clemenzaSospenderete le battaglie, e intanto
A Napoli n'andrò. Placherò, spero,
L'augusto re; lo distorrò da impresaOnde gli torneria danno ed obbrobrio;
E se leso alcun dritto era a Manfredo,
Per saldi patti ei risarcito andranne.
- Proporne indugio alle battaglie è vano:
Impermutabil di Roberto è il cenno;
E mal vai profetando obbrobrio e dannoA chi certezza piena ha di vittoria.
Solo uno sguardo a nostre schiere volgi,
E vedrai che Saluzzo oggi s'espugna.
- Espugnarla potrete, ed il ricovroForse tor del castello al vinto sire,
E prigion trascinarlo, e dalle chiomeL'avito serto marchional strappargli,
E tu, Manfredo, ornartene la fronte.
Io non ciò vi contendo; io, per l'anticoConoscimento mio di questa terra
E degli animi suoi, sol vi dichiaro,
Che al crollar di Tommaso, ardua e non fermaVittoria avreste. In cor de' più, gagliarde
Son le eredate ghibelline fiamme,
Gagliarda quindi l'amistà a' Visconti,
Gagliardo l'odio per le guelfe insegne.
Picciol popolo siam, ma ci dan forzaE l'arme de' Visconti e il nostro ardire,
E l'indol Saluzzese, aspra, selvaggia,
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Poesie inedite
di Silvio Pellico
Tipografia Chirio e Mina Torino 1837
pagine 291 |
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Puglia Napoli Manfredo Roberto Saluzzo Manfredo Tommaso Visconti Visconti Saluzzese
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