Di tutelar gli oppressi e vendicarli,
Mentre la invaditrice oste pe' campiS'andava ad ogni infamia iscatenando.
A tutelare o vendicar gli oppressiBensì Eleardo qua e là accorreva,
Ma non di lui bastanti eran gli sforzi,
Nè bastanti gli sforzi erano d'altriD'animo pari al suo cavalleresco,
Che insiem con esso or s'avvedean fremendoQuanta in Manfredo, e ne' fratelli suoi
Ed in Bertrando e nelle rie caterveIndol, non già d'amici eroi si fosse,
Ma d'impudenti ladri e di nemici.
Insin dal primo giorno i brandi iniquiDella straniera turba entro innocenti
Tugurii sparser miserando affanno.
Qui sgozzarono vergini inseguìte,
Là genitori che alle amate figlieDifensori si fean. Volge ma indarno
La sua voce imperterrita Eleardo
Or a questo or a quel de' condottieri.
Il siniscalco move il capo e ride,
E Manfredo le accuse ode in silenzio,
Guarda le torri di Saluzzo, e sembraDir: - Che mi cal d'iniquità e di pianto,
Purchè in breve là entro io signoreggi?
Vengono a tutta la contrada imposteInaudite gravezze, e ad ogni adulto
Legge s'intima, sì ch'ei giuri ossequioAl marchese novel. L'abbominato
Giuro negavan molti; indi tremendeCarnificine a spegnerli, ed i tetti
Diroccati e consunti dalle fiamme,
E borghi interi in cenere ed in sangue!
Fama nel campo giunge aver Lunello,
Antico sir di Cervignasco, il giuroNegato agl'intimanti, e colà sorta
Esser numerosissima una plebeA difender quel sir. - Temono i duci
Che di Lunel la resistenza esempioAd altri arditi feudatari avvenga,
Ed invìan fero stuolo a Cervignasco,
Che tutto abbatta, e in ogni dove insegua
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Poesie inedite
di Silvio Pellico
Tipografia Chirio e Mina Torino 1837
pagine 291 |
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