Ciglia novellamente alle promesseDella potente signorìa Lombarda.
Moltiplicati vidersi gli esempliDi fraterna concordia e di valore
Ne' nostri lidi Saluzzesi. Al belloDe' popoli fervor corrispondea
La virtù di Tommaso: egli emulavaDe' suoi più forti la prodezza. Il nome
Di Tommaso era sola indi una cosaCol nome della patria al cor de' giusti;
E da lunga, sfortuna raffinato,
Il suo spirto gentil s'affratellavaSinceramente co' minori, e segni
Dava di gratitudin commoventiA cavalieri e ad infimi mortali
Che ponean fede in esso, ed olocaustoCon lui fean degli averi e della vita.
Godea l'animo a tutti i generosiIn vederlo onorar gli alti consigli
Del canuto Giovanni. Eran Tommaso
E di Dogliani il sir qual figlio e padre,
E il portentoso vecchio corregnandoSöavemente sulle suddit'alme
Più e più le affidava. Alcune volteLievi nascean principii di discordia
Nelle diverse ghibelline schiere,
Perocchè a' Saluzzesi andavan mistiSotto il vessillo di Tommaso e Insùbri
E assoldati Germani. Alla parolaDell'antico Giovanni i dissidenti
Animi s'acquetavano, e sebbeneCagion di lagno non restasse agli altri,
Pur gioìa il Saluzzese, ognor veggendoChe anteposto a lui mai nell'intelletto
De' sommi duci lo stranier non era.
L'opposto caso tuttodì avvenìaNella parte de' guelfi. Il rio Manfredo
Dell'odio de' nativi esacerbossiPiù feramente ciascun giorno; e volle
Col terror contenerli: indi supremaGrazia spargea sugli esteri comprati,
E verso ogni nativo anco più fidoScorger lasciava diffidenza ed ira.
Giunse a tal, ne' suoi dì più disperati,
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Poesie inedite
di Silvio Pellico
Tipografia Chirio e Mina Torino 1837
pagine 291 |
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