Celare in parte: - O cavaliere! o donna!...
Tutto puossi con Dio!...
- Dal padre amatoDeh, ch'io non venga separata ancora!
Lontana è l'alba.
- Più crudel sarìaVicino all'alba separarvi.
ArrigoStringeva al sen la figlia, e lei disporre
Desïava a partir. Ma la infeliceAlla prova tremenda obblïò i miti
Sentimenti di pace, e la ragioneLe si turbò miseramente. - Oh guerre
Scellerate di popoli! oh stendardiDi virtù menzognere! oh glorie infami
D'emuli cavalieri, onde son fruttoCrudeltà e morte! Ah! perchè Dio fecondi
Alla feroce umana stirpe ognoraFa gl'imenei, se la catena intera
De' secoli spruzzata è d'uman sangue?
E qual di sì esecrande ire perenniColpa abbiam noi, dell'uom compagne e figlie,
Nate ad amar, nate a compianger, nateA viver senza offesa, assorte in Dio!
Di qual delitto intrisa son perch'oggiA me tolgano il padre i masnadieri,
Nè generoso pur vi sia terrestreO celeste poter, che degli oppressi
Alla difesa accorra? Ed Eleardo
In ch'io tanto fidava, anco Eleardo
Ch'io tanto amava, abbandonommi!
Il campoSuona improvviso di festanti grida.
Balza il core a Maria; porge ella ascolto:
Che sarà mai? Reduci sono il prodeAntico Doglianese ed Eleardo,
Apportatori di vittoria piena.
Brillan del presul le ispirate luciPer novella speranza, e i passi affretta
Ver l'amato nepote; il giunge, il ferma,
E d'Arrigo gli parla.
Intanto uscivaDel padiglion Tommaso, e lieto amplesso
Porgeva a' trionfanti; e ratto a luiVolgea tai detti di Dogliani il sire,
Indicando Eleardo; - Alla prodezzaDi questo forte molto devi, o prence;
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Poesie inedite
di Silvio Pellico
Tipografia Chirio e Mina Torino 1837
pagine 291 |
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