Pagina (261/291)

   

pagina


Pagina_Precedente  Pagina_Successiva  Indice  Copertina 

      Che al maestoso inceder cavalieroParea e mendìco a' finti panni, il volto
      Pria si coverse, indi con pronti passiBalzar tentò fuor della soglia, a guisa
      Di mortal che, caduto in impensatoOrribile periglio, aneli scampo.
      Ma nella mossa impetuosa a luiManca il fievole spirto, e piomba a terra.
      Clara il soccorre, il mira, ed alla negraRicciuta barba e al crine ella il ravvisa.
      Chi era? Chi!... Manfredo! il già possenteDesolator della sua patria! il ladro
      Che alla corona del nepote osavaStender la man sacrilega, e sul capo
      Inverecondo imporsela, e i dirittiCalpestar più sanciti, e di Saluzzo
      Dirsi benefattor, serva a stranieriBrandi facendo la natìa contrada!
      Fortuna alfin l'abbandonò: fuggiascoDa compiuta sconfitta è l'empio sire,
      E per sottrarsi agl'inseguenti ferriEi s'è imboscato in varii lochi, e ignote
      Calcò deserte rupi. Indi pel sangueNella pugna perduto e per la rabbia
      Gli s'era da brev'ora intorbidatoSì fattamente il lume del pensiero,
      Che mal sapea dov'ei movesse, e giuntoEra ai campi d'Aroldo altra credendo
      Sponda toccar. Qui più dal dolce tempoD'adolescenza riportate mai
      Non avea l'orme, ed alberi e tuguriiMutato avean l'aspetto della terra.
      Sol quand'ei vide Clara, appien le soglieRaffigurò d'Aroldo, e se bastata
      A lui fosse la possa, ei rifuggìa.
      Manfredo! e senza guardie! e semivivo,
      Sotto il tetto dell'uom cui trucidatoNon in battaglia, ma in supplizi ha il figlio!
      Clara il conosce, e mentre a lui gli spirtiI famigli richiamano, ella corre
      Alle stanze del padre, e già già quasiA lui così sclamava: - Esci, un prodigio


Pagina_Precedente  Pagina_Successiva  Indice  Copertina 

   

Poesie inedite
di Silvio Pellico
Tipografia Chirio e Mina Torino
1837 pagine 291

   





Saluzzo Aroldo Clara Aroldo