Tutte le sponde sue, tutti i suoi rivi,
Perchè infinita all'alma mia recaroPer molt'anni letizia! Un Saluzzese
Che s'innamori di straniere spiagge,
Sire, oltre voi, lo cercherete indarno.
In tali avvicendati impeti il suoloDi Piemonte magnifico varcaro
I duo peregrinanti, e nella Insùbre
Signorìa de' Visconti eccoli alfine.
Bello l'aspetto della reggia alteraOve rinnovellato han de' Lombardi
La monarchia i Visconti, esterminandoLa invecchiata repubblica! E del forte
Imperante Luchin bella col saggioFratel Giovanni l'armonia perpetua,
Mentre Giovanni dall'Olona il lituoStendeva episcopal per così vasta
Regïon cisalpina! Ambo i fratelliSprona eccelso desìo: giustizia, freno
Alle gare de' grandi e alle plebee,
Accrescimento di virtù guerriera,
Civil, religïosa. Ogni sublimeItalo ingegno è loro amico: il sommo
Petrarca istesso ad Avignone omaiVuol Milano anteporre. Oh bella, oh piena
Di nobili destini una contradaSignoreggiata da potente senno,
Il qual sue lance dilatando astringePopoletti ad unirsi, e così sempre
Prosperità, studi e fortezza aumenta!
In tal guisa Roccel solea dapprimaIn Milano esclamare. Esilarati
Venìan gli spirti suoi dalle splendentiFeste del prence in Lombardia primiero
Che a lui dal seggio sorridea, siccomeA tutti sorridea gli ospiti illustri,
Anelando in occulto alle sue mireAmbizïose partigiani farli.
E ricolmo di grazie iva Roccello
Dalla moglie del prence incantatrice,
Isabella del Fiesco, emula a grandiRegine della terra in gemme ed auro
E di corte eleganza e di conviti.
Tali accoglienze un fàscino alla mente
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Poesie inedite
di Silvio Pellico
Tipografia Chirio e Mina Torino 1837
pagine 291 |
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