Ma involontaria dal suo ciglio eruppeSovra Dante una lagrima, e il poeta
Sull'ospite magnanimo la grataPupilla alzando, gli serrò la destra.
Un de' figli di Guido al suol prostrossiPresso al letto, sclamando: - Eterno Iddio,
Prendi l'inutil vita mia! conservaQuella del re degl'itali intelletti!
Tutti gli accenti suoi son luce e scampo!
Tutta la vita sua fu impareggiatoRimbrotto ai vili e sprone ai generosi!
Un uom divino egli è!
- Giovine insano!
Disse con voce moribonda il vate:
Deh, sii miglior di me! Mia forza imìta,
Non l'ire mie superbe.
- O padre Dante,
Ripigliò quegli, se i miei dì non ponnoInvece de' tuoi dì farsi olocausto,
Consiglia, impera; dimmi: ov'è la insegnaNel secol mio più santa? ov'è la insegna
Cui darà palma Iddio sovra gl'iniqui?
Ov'è la insegna destinata a coseSulla terra sublimi? Io vo' seguirla!
E il vate a lui: - Non chieder tanto: il ferroE la mente consacra al natio prence,
Al natio lido, e lascia a Dio l'arcanaDelle sorti bilancia: ogni stendardo
Che non sia traditor guida a virtude.
Disse, e pose la man sovra la testaDel fervido garzon. Questi aspettava,
Tutti aspettavan che parola ancoraBenedicendo da quel labbro uscisse:
Irrigidita era la man, gelataNelle fauci la lingua, estinto l'occhio...
L'alma di Dante era salita al Cielo!
FINE.
INDICE DELLE CANTICHE.
RaffaellaEbelino
IldegardeI Saluzzesi
Aroldo e Clara
RoccelloLa morte di Dante
NOTE:
(1) La Contessa DEODATA ROERO DI REVELLO, nata SALUZZO.
(2) Vedi il libro del SANTAROSA, intitolato Scene istoriche del Medio Evo
(3) L'orologio d'Alfieri mandatomi in dono da Firenze nel 1833 dalla signora Quirina Magiotti.
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Poesie inedite
di Silvio Pellico
Tipografia Chirio e Mina Torino 1837
pagine 291 |
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