Sol li pronuncia.
GUIDO.
Ah, di tuo padre i giorniNon accorciar, nè del marito vane
Far le virtù per cui degna e adorataConsorte il ciel gli concedea! Più lieve
Sarà la terra sovra il mio sepolcro,
Se un dì, toccando, giurerai che lietoDi prole festi e del tuo amor lo sposo.
FRANCESCA.
Io accorcerei del padre mio la vita?
No. Figlia e moglie esser vogl'io: men doniLo forza il ciel. Meco il pregate!
GUIDO.
RendiA mia figlia la pace!
LANCIOTTO.
... Alla mia sposa!
SCENA III.
UN PAGGIO E DETTI.
PAGGIO.
L'ingresso chiede un cavalier.
FRANCESCA.
(A Guido.) Tu d'uopoHai di riposo: alle tue stanze, o padre,
Vieni. (Parte con Guido.)
SCENA IV.
LANCIOTTO E IL PAGGIO.
LANCIOTTO.
Il suo nome?
PAGGIO.
Il nome suo tacea:
Supporlo io posso. Entrò negli atrii, e forteCommozïone l'agitò: con gioja
Guardava l'armi de' tuoi avi appeseAlle pareti: di tuo padre l'asta
E lo scudo conobbe.
LANCIOTTO.
Oh Paolo! Oh mioFratello!
PAGGIO.
Ecco a te viene.
SCENA V.
PAOLO E LANCIOTTO si corrono incontro e restano lungamente abbracciati
LANCIOTTO.
Ah, tu sei desso,
Fratel!
PAOLO.
Lanciotto! mio fratello! - Oh sfogoDi dolcissime lacrime!
LANCIOTTO.
L'amico,
L'unico amico de' miei teneri anniDa te diviso, oh, come a lungo io stetti.
PAOLO.
Qui t'abbracciai l'ultima volta... TecoUn altr'uomo io abbracciava: ei pur piangea...
Più rivederlo io non doveva?
LANCIOTTO.
Oh padre!
PAOLO.
Tu gli chiudesti i moribondi lumi.
Nulla ti disse del suo Paolo?
LANCIOTTO.
Il suoFigliuol lontano egli moria chiamando.
PAOLO.
Me benedisse? - Egli dal ciel ci guarda,
Ci vede uniti e ne gioisce.
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Poesie scelte
di Silvio Pellico
Edizioni Buadry Parigi 1840
pagine 149 |
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A Guido Guido Paolo Paolo
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