FRANCESCA.
Partir?
LANCIOTTO.
Funesta gli parria la vitaNe' suoi penati, ove abborrito ei fosse.
FRANCESCA.
Tanto gl'incresce?
LANCIOTTO.
Invan distornel volli;
Di ripartir fe' giuramento.
FRANCESCA.
Ei moltoTe ama...
LANCIOTTO.
Soave e generoso ha il core.
Debole amor (pari m'è in ciò) non sente...
E pari a me, d'amor vittima ei vive!
FRANCESCA.
D'amor vittima?
LANCIOTTO.
Sì. Non reggerebbeIl tuo medesmo cuor, se tu l'udissi...
FRANCESCA.
Or perchè viene a queste piagge adunque?
Cred'ei che m'abbia alcun altro fratelloOnde rapirmel?... Per mio solo danno,
Certo, ei qui venne.
LANCIOTTO.
Ingiusta donna! Ei prega,
Pria di partir, che un sol istante l'oda,
Che un solo istante tu lo veggia. - Ah, pensaCh'ei t'è cognato; che novelli imprende
Lunghi viaggi; che più forse maiNol rivedrem! Religion ti parli.
Se un nemico avess'io, che l'oceànoIn procinto a varcar, la destra in pria
A porgermi venisse... io quella destraCon tenerezza stringerei, sì dolce
È il perdonar.
FRANCESCA.
Deh, cessa!.. Oh mia vergogna!
LANCIOTTO.
Chi sa, direi, se quel vasto oceàno,
Fin che viviam, frapposto ognor non fiaTra quel mortale e me? Sol dopo morte,
In cielo... E tutti noi là ci vedremo...
Là non potremo esser divisi. Oh donna,
Il fratello abborrir là non potrai!
FRANCESCA.
Sposo, deh, sappi... Ah, mi perdona!
LANCIOTTO.
Vieni,
Fratello!
FRANCESCA.
Oh Dio!
(Si getta nelle braccia di Lanciotto.)
SCENA IV.
PAOLO E DETTI.
PAOLO.
Francesca!... eccola... dessa!
LANCIOTTO.
Paolo, t'avanza.
PAOLO.
E che dirò? - Tu dessa? -
Ma s'ella niega di vedermi, udirmiConsentirà? Meglio è ch'io parta, in odio
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Poesie scelte
di Silvio Pellico
Edizioni Buadry Parigi 1840
pagine 149 |
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Dio Lanciotto
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