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      PAOLO.
      (Vorrebbe parlare; è in una convulsione terribile, e temendo di tradirsi fugge.)
      LANCIOTTO.
      Paolo: deh, ti ferma!
     
     
     
      SCENA V.
     
      LANCIOTTO E FRANCESCA.
     
      FRANCESCA.
      Paolo... Misera me!
      LANCIOTTO.
      Pietà di luiSenti, barbara, o fingi? A che ti stempri
      In lagrime or, se noi tutti infeliciRender vuoi tu? Favella; io ragion chieggo
      De' tuoi strani pensieri; alfin son stancoDi sofferirli.
      FRANCESCA.
      E sono pure io stancaDi tue ingiuste rampogne; ed avrò pace
      Sol quando fia ch'io più non veggia... il mondo!
     
      FINE DELL'ATTO SECONDO.
     
     
     
     
      ATTO TERZO.
     
     
      SCENA PRIMA.
     
      PAOLO.
      Vederla... sì, l'ultima volta. AmoreMi fa sordo al dover. Sacro dovere
      Saria il partir, più non vederla mai!...
      Nol posso. Oh! come mi guardò! Più bellaLa fa il dolor: più bella, sì, mi parve;
      Più sovrumana! E la perdei? LanciottoMe l'ha rapita? oh rabbia! oh!.. il fratel mio
      Non amo? Egli è felice... ei lungamenteLo sia... Ma che? per farsi egli felice
      Squarciar doveva ei d'un fratello il core?
     
     
     
      SCENA II.
     
      FRANCESCA s'avanza senza veder PAOLO.
     
      FRANCESCA.
      Ov'è mio padre? almen da lui sapessiSe ancor qui alberga... il mio... cognato! - Io queste
      Mura avrò care sempre...Ah, sì, lo spirtoEsalerò su questo sacro suolo
      Ch'egli asperse di pianto!... Empia, discacciaSì rei pensieri: io son moglie!...
      PAOLO.
      FavellaSeco medesma, e geme.
      FRANCESCA.
      Ah, questo locoLasciar io deggio: di lui pieno è troppo!
      Al domestico altar ritrarmi io deggio...
      E giorno e notte innanzi a Dio prostrataChieder mercè de' falli miei; che tutta
      Non m'abbandoni, degli afflitti cuoriRefugio unico, Iddio.


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Poesie scelte
di Silvio Pellico
Edizioni Buadry Parigi
1840 pagine 149

   





Vorrebbe Dio Iddio