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      Do franchigia e virtù: la fede e il gratoAnimo in prodi trasmutò gli abbietti:
      Pugnar, morirò al fianco mio. Ma invanoSperai che gara in petti altri e gentile
      Pudor si ridestasse. Il soverchianteNumero mi sconfigge: Ugo e Rasperto
      Al suoi adeguan le mie rocche,e a stento -
      Ramingo, insidiato, egro - l'afflittaTesta posar m'è in questi monti dato."
      Signor, tu il sai,soccombe il retto,e vanaPerò non è la sua caduta: è crollo
      Che desta le sopite alme e del rettoA compir le sublimi opre le incalza."
      Adel, m'ascolta: speme una accarezzo,
      Sol una."
      Qual?
      La grande alma d'Ottone.
      Io in Lamagna trarrò, moverò l'iraDel generoso: il vindice d'Italia
      E del tradito imperador fia Ottone."
      Al quarto dì si separar gli eroi:
      Valafrido oltre l'Alpi, e Adello mosseAlla città infelice ove vassallo
      Del re malvagio domina nel sangueIl feroce Rasperto. Avea costui
      Folto stuol di satelliti, raccoltiTutti d'infra le truci orde venute
      Di stranie terre alla rapina. - Adello,
      Onde vie meglio ascondere che in pettoLombarde cure ci prema, avventuriere
      Nalio di Francia fingesi, cui sorte,
      O errori giovanili, o irrequïetaBrama d'eventi fuor di patria spinse.
      Tacitamente a lungo ogni suo passoEsplorato venia. Seco si stringe
      Un burgundo guerrier: cieca fidanzaMostragli Adel, sognati casi narra,
      Forte invaghito del mestier dell'armiDicesi,e a poco a poco ode gli offerti
      Patti, e ingaggiarsi appo Rasperto assente.
      L'avvenenza d'Adel, la signorileSua destrezza nell'armi attirò in breve
      Del tiranno gli sguardi, e di sua corteAgli ufficii l'assunse.


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Poesie scelte
di Silvio Pellico
Edizioni Buadry Parigi
1840 pagine 149

   





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