Adel fremeaNell'incurvar l'altera alma alle bieche
Non imparate ancor del debole arti:
Ma incurvarla era forza, o prorompendoMal augurata far l'impresa. È lieve,
Di Berengario sulla tomba il mostroStrascinar per le chiome e trucidarlo;
Ma di Rasperto riman poscia il crudoNipote Euger, che in sua balia rinchiusa
Tien nella torre Sigismonda e il sangueVersar della infelice orfana puote.
Pria che vendetta dell'estinto or vuolsiDell'oppressa innocenza oprar lo scampo.
Cauto osservar gli spiriti, una tela,
Se arride il tempo, ir preparando, e il cennoDi Valafrido attendere - tal era
Lo spettante ad Adello inteso incarco.
Ma più lune trascorsero, e l'eroeDi Lamagna non torna, e orrende nozze
(Onde gli ambiziosi emuli troncheSien le speranze) intimansi alla figlia
Di Berengario coll'infame Eugero.
Repente sulle piazze alla sommossaChiamar la turba? Ed a qual pro? Non altri
Tentaron questa via? Tosto immolati.
Dalla viltà del volgo, - od a ritrarsiCostretti si vedeano, onde il tiranno
Non estinguesse del lor re la figlia.
Dar l'assalto alla torre? e con quai brandi?
Ah, in molti petti è l'ira, il desio in tuttiDella vendetta, la virtù - in nessuno!
O almeno Adel non la scoverse. - Un fidoServo, che collattaneo era del vecchio
Padre d'Adello, e indivisibil sempre,
Fin dal natal del giovin sir gli stette,
De' suoi segreti è il sol custode: oh, gli anniLa destra aggravan d'Almadeo; compagno
Fora mal certo nel ferir!
Buon padre,
Urge il tempo, ho deciso: ad ogni rischioSol rimango io, ma Sigismonda è salva."
Che dici o mio signor?
| |
Poesie scelte
di Silvio Pellico
Edizioni Buadry Parigi 1840
pagine 149 |
|
|
Berengario Rasperto Euger Sigismonda Valafrido Adello Lamagna Berengario Eugero Adel Adello Almadeo Sigismonda
|