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      Aspetto ripigliando, avido tendeE inquïeto l'orecchio. Ei di sventura
      Trema - non già per sè: sull'elsa ha il pugno:
      I perigli ricorda in cui quel brandoConquistò a Giorgio la vittoria: stretta
      Si tien sul cor la zona d'Eloisa -
      E sovrumana forza alla sua destraTal s'infonde, che intrepido i suoi giorni
      Venderia e cari a folta schiera innanzi,
      Ma alla fuggiasca pensa e per lei trema.
      Che direbbero Italia e Valafrido,
      E i miei parenti e un dì Eloisa, ov'ioCon improvvida audacia a morte spinta
      Avessi Sigismonda? Eppur la sceltaDi più partiti io non avea, e il peggiore
      Era l'indugio. Strepito non odo:
      Oh cielo, arriso avresti? Ale ai corsieriPresta, lor tracce agli inseguenti ascondi!
      Propizii sovra il mar spira i tuoi venti!
      In porto adduci l'innocente afflitta,
      E ch'io pera, se il vuoi, ma ingloriosoNon sia il mio fato!"
      Secoli son l'ore,
      Ma pur segue una l'altra, ed ogni istanteReca in Adel nova speranza e gioja.
      Verso il mattin - prostratto era ei davantiA un crocefisso, e per la patria orava,
      E per tutti i mortali, e più pei cuoriChe sono al suo più strettamente avvinti -
      Quando un suono di passi e di parolePei rimbombanti angusti anditi giunge
      Al prigioniero. Stridono le chiaviE gli orrendi cancelli. In piedi ei balza:
      Ascolta - e i ghigni scellerati scerneDell'impudente Euger. Venìa il malvagio
      Ad annunciar, che irrevocabil cennoDell'empio sir, ferme ha in quel dì le nozze.
      Ma la porta dischiudesi - oh sorpresaSpaventevole al reo, d'imbelle donna
      In loco all'affacciarglisi improvvisoIncalzante guerrier!


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Poesie scelte
di Silvio Pellico
Edizioni Buadry Parigi
1840 pagine 149

   





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