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      Si contendan sua destra e quella destraPorti forse venture alte di regno;
      Ma più che ogni tesoro e più che i troni
      È a lui la sua Eloisa - oh dolorosoSovvenir d'un bel sogno! inutil culto!
      Inutil no, giacchè sublima il core!
     
     
      III.
     
     
      Nell'arduo calle della gloria i primiCantai passi d'Adello: or trasvolando
      Sull'ali rapidissime del tempo,
      Additerò sol come lampi i lunghiPatimenti e le gesta onde l'eroe
      Gli anni suoi segnalava.
      Ugo, insultandoDelle città, de' vescovi e de' forti
      Itali castellani a' privilegiE schernendo i trattati ed impunita
      La libidin lasciando e la rapaciaDe' suoi baroni, acceso avea nel regno
      Di civil guerra la esecranda face.
      Dal furor della plebe i regii messiLacerati venian: le inesorate
      Lance del sire offeso alla vendettaTrucemente scagliavansi. Ammucchiati
      I cadaveri ingombrano le strade,
      Nè v'ha chi li sotterri: il pellegrinoRiede al natio villaggio, e indizio appena
      Del loco ov'ei sorgea songli i mezz'arsiRottami delle pietre e pochi teschi - Forse
      del padre e dei fratelli i teschi!
      Tal de' Lombardi era lo stato. AdelloDe' depredati borghi e monasteri
      In difesa accorrea: di lui, nemicoPiù formidabil non avea il tiranno.
      Ma in breve queste guerre han tratto all'imoD'ogni miseria la contrada: il mese
      Della messe venia, ma il sol versataLa sua virtù feconda avea ne' semi
      Dell'ortica e del cardo; e da lontanoIl fuggiasco villan piangea sul brando
      Che a' dì più lieti gli falciava i campi.
      Ride Burgundia. "Or tempo è di riporreI nostri ferri agl'Itali divisi!"
      E già possente esercito calava


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Poesie scelte
di Silvio Pellico
Edizioni Buadry Parigi
1840 pagine 149

   





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