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      Del novel la persona. Il sir franceseQueste mosse ignorava, e i suoi voraci
      Crucci addoppiava l'esser conscio, ahi troppoDegli affetti d'Adello. Alta č la stima
      Che la virtų dell'Italo gli desta;
      Ma pur giā scorge nel futuro, accantoAlla donna (e ancor bella era Eloisa)
      Il rival cavaliere, e quella stessaVirtų che in esso ammira č il suo spavento.
      Ma oh come in sč medesmo ei si vergognaDi sė bassi concetti, allor che tolte
      Vede a sč le catene, ed alle bracciaPoste d'Adel!
      Che fia? Non mai! SublimeInsania, Adel, ma insania č questa! infermi
      Giorni redimer di chi tutte ha troncheLe vie di rimertarti e cosė all'imo
      Cadde che d'ogni grande atto la spemeDa fortuna gli č tolta - e invece i giorni
      Preziosi immolar di chi secondeTutte ha le sorti e per la gloria vive!"
      Arnaldo, i pregi tuoi taccio che sommoTi fer sempre a' miei guardi; or sol rammento
      Quanta importanza i giorni han di chi i sacriTitoli vesta di marito e padre:
      Appo tal, nulla č la deserta vitaDi chi solingo passeggia la terra
      (E tal son io), di chi, s'allegri o gema,
      Niun bea il suo riso e niun piange al suo pianto."
      Volea soggiunger l'altro. Adel temendoD'aver con triste voci intenerito
      Il suo rivale e forse appalesatoDella stanca dolente alma il segreto,
      Apre un gentil sorriso - Va', gli dice,
      A consolar la tua dolce famiglia;
      Cura nostra primiera esser de' questa:
      Indi per me non t'affannar: lontaneNon son l'itale sponde, e ivi sė egregi
      Cuori mi fean di loro amistā dono,
      Che in me certezza č la lor gara al prontoRiscatto mio.
      So, generoso Adello,


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Poesie scelte
di Silvio Pellico
Edizioni Buadry Parigi
1840 pagine 149

   





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