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      Gentil d'Adello!) Mutui i commoventiDetti suonano e i teneri singhiozzi
      E la sincera nobil lode. Un risoDel ciel parea per que' mortali eletti
      Aver portato sulla terra il gaudioChe dal suo trono Iddìo raggia ai beati!
      Ma quel foco di vita che nel ciglioBrillava ad Eloisa, insolito era.
      Da lungo tempo in essa è illanguiditoIl fior della salute. Adel s'accorse
      Ch'ella reggeasi con fatica; e intendeChe nella notte in che da Nizza a fuga
      Ella errava co' figli, un dardo colseLeggermente un di questi: ahi, velenato
      Fors'era il dardo! Il bambinel da orrendaCrescente piaga si struggea: la madre
      Quella piaga lambendo al figliuol suoCrede render la vita e, ohimè, s'illuse!
      Sotterra è il pargoletto, e da quel tempoA stento l'arte di Salerno e i voti
      Appesi sugli altari e i benedettiMaravigliosi farmachi al dolente
      Sen dell'eroica madre addur novelloSembran vigor.
      Ben tosto Adel conobbeChe sol gli affetti subitanei un breve
      Ponean rossor su quelle guance. Il dolceSoggiorno alcuni mesi ei protraèa
      Appo gli ospiti amati, e con Arnaldo
      Il timore alternava e la speranzaPer l'egra donna - Ahi lasso! inferocisce
      Rapidamente il morbo! - Adel sul lettoDi morte la mirò. Tutta obblïava
      Ei sua virtù: chiedea ragione al cieloDei mali onde a gran fiotti il mondo inonda
      Ch'egli ha creato, e in quegli orrendi fiottiIndistinto sobbissa e il buono e il reo.
      Oh Adel (rispose la morente - e furoQuesti gli ultimi accenti) oh Adel, ritraggi
      La insensata parola! È il duol cimentoOve Dio prova degli umani il core.
      Te a egregi fatti i lunghi sacrifici


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Poesie scelte
di Silvio Pellico
Edizioni Buadry Parigi
1840 pagine 149

   





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