Portaron: nè t'incresca! e parver lunghi;
Ma, come stral per l'aer, fugge quest'ombraCh'uom vita appella e salda cosa estima!
Nè infelice è chi muor, ma chi morendoGuarda gli anni volati ed alcun'orma
Da lui lasciata di virtù non trova!"
Voce a Eloisa allor mancò: sorrise,
Strinse al seno i figliuoli, all'onoratoSposo si volse - e dir parea "Co' figli,
Adel ti raccomando" - e più non era.
Così passò la santa.
Incerte storieNarrano d'un Adel ch'appo i Toscani,
Dopo quel tempo gli Ungari sconfisse:
Fors'era il nostro eroe; forse in più gestaAncor brillò la gloria sua. Ma il vate
Che del sepolcro suo cantò, non diceSe non che vecchio Adel morì e mendico,
Perdonando agl'ingrati, e ripetendoQue' detti d'Eloisa: "È il duol cimento
Ove Dio prova degli umani il core;
Né infelice è chi muor, ma chi morendoGuarda gli anni volati ed alcun'orma
Da lui lasciata di virtù non trova!"
NOTE.
.... Sui colliDella Sonna fioriti e sulla Rocca
Invisa dominava.
V'è presso Lione, sulle rive della Saône, una rupe che ritiene il nome di Pierre-Encise.
In chi di giusti nacque è onnipossente....
Tutta la cantica sembra avere per iscopo morale queste verità: - che uno de' più grandi stimoli alla virtù si è l'esempio di parenti irreprensibili, e quindi il desiderio di consolare con bei fatti la loro vecchiaja - che nelle passioni in lotta col dovere, quanto più il sacrificarle a questo è doloroso, tanto più l'uomo che compie questo sacrificio ha luogo in appresso di congratularsene, trovandosi nobilitato ai proprii sguardi e più capace di grandi azioni - che finalmente se sulla terra il premio della virtù è spesso l'ingratitudine degli uomini e la sventura, al giusto sono abbondante compenso la sua fama, il testimonio della buona coscienza, e la pace e le speranze con cui egli solo può scendere nella tomba.
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Poesie scelte
di Silvio Pellico
Edizioni Buadry Parigi 1840
pagine 149 |
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