Sovra la fronte di Guelardo impostoHa del demone il bacio. Allo straniero
Conglutinossi d'Ebelino il coreIn breve tempo; e nella reggia e in campo
Quei Gionata parea, questi Davidde.
Mirabile brillava ad ogni ciglioQuella forte amistā: Saran fremeva
Ch'ella durasse, e il volgersi degli anniAffrettar non potea. Nč ratto varco
Sperabil era tra i pensieri onestiChe Guelardo nodriva e la sua infamia,
Tra l'amor suo per Ebelin, tra il dolceNella virtų emularlo, e il desiderio
Scellerato di spegnerlo. Ma il tristoAngiol si confortava misurando
L'immortal suo avvenire. Appo sė lunghiSecoli, breve istante eran poch'anni.
Ed intanto ci godeva, a quell'imagoChe tigre, sebben avida di sangue,
Mira la preda, e ascosa sta, e sollazzoTragge di quella contemplando i moti
E l'amabil fidanza, ed assaporaPių lentamente la decreta strage.
Dopo tanto aspettar, s'appressa il giornoSospirato dall'invido. Al novello
Otton contrarie qua e lā in Italia
Eran le menti di non pochi, e spemeVivea secreta ch'italo Ebelino
Secretamente lor plaudesse. Il coreDi molti era per esso, e nelle ardite
Congrčghe entro a' castelli, ed appo il volgoSusurravan, pių splendido rinomo
Non avervi del suo; null'uom pių votiA suo pro riunir; doversi acciaro
Dittatorio offerirgli, o regio scettro.
L'augusto sir dalla germana sedeContezza ebbe di fremiti e lamenti
Nell'alme de' Lombardi esasperate,
Ed a sedarle con prudenza invėaEbelino e Guelardo.
Alla venutaDi questi sommi gių dall'alpe, e al grido
Che fama addoppia de' lor alti pregi,
E pių de' pregi di colui, che sembra
| |
Poesie scelte
di Silvio Pellico
Edizioni Buadry Parigi 1840
pagine 149 |
|
|
Guelardo Ebelino Gionata Davidde Saran Guelardo Ebelin Italia Ebelino Lombardi Guelardo
|