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      Perigliante figliuolo.
      Otton si scuote.
      Da veritą sģ energiche, da sennoSģ giusto e luminoso ed esaltante
      Non era stato mai colpito. In altriColloqui a' dģ felici il buon ministro
      Parlava il ver, ma forse in pił graditaGuisa, sparmiante del suo re l'orgoglio.
      Ora č il parlar solenne, il grido urgenteD'uom, che vicino a morte anco un tributo
      Di fedeltą solve al monarca e al dritto,
      Tutto dicendo che giovar del pariSembrigli al trono e alle regnate genti.
      Alla beltą del vero e del coraggio,
      E di quel dignitoso intenerirsiChe da alterezza vien compresso, e pure
      Nella voce si sente e ne' benigniSguardi si vede, unģasi in Ebelino
      Da natura sortita un'armonģaDi nobili sembianze e di contegno,
      Talchč valor pił prepotente davaA sua favella, ed escludea il supposto
      D'ogni viltą, d'ogni codarda astuzia,
      E facea forza a Otton. Perocchč Ottone
      Stranier non era a simpatia per cuoriDi grandissima tempra. E fu vicino
      A cedere, a gettare ambe le bracciaDel prigioniero al collo, al gridar: - Falsa
      Tengo ogni accusa contro al mio fedele!
      Ma Sątan vide quell'istante, e spinseTėofania d'Augusto in cerca.
      BellaEra la greca donna e di vivaci
      Grazie adorna, e scaltrissima e pungenteNe' suoi sarcasmi, ed irridea talvolta
      La bonaria alemanna indol con mottiQuasi di spregio; e di quei motti spesso
      Arrossia Ottone. E perocch'egli amava,
      L'affascinante sposa, ambia piacerleE far pompa d'accorta alma inconcussa,
      E a tal cagion solea de' generosiSensi in cor frenar gl'impeti al suo fianco.
      Salutata dall'armi, il passo inoltraFra le colonne di que' regii lochi


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Poesie scelte
di Silvio Pellico
Edizioni Buadry Parigi
1840 pagine 149

   





Ebelino Otton Ottone Sątan Augusto Ottone