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      Miseramente stralunava, e insiemeForte i denti batteangli. Ottone il guarda,
      E vacillar sovra l'arcione il vede,
      E a sostenerlo accorre.
      - Oh! che ti turba?
      Oh! che ti turba? Gli ripete.
      - È desso!
      Sclama Guelardo, il mio tradito amico!
      Chi dal giusto immolato mi sottragge?
      E prepotenza di rimorso invitta,
      Ma non pia, lo costringe. Ei malediceE terra e ciel, ma l'alto arcano svela.
      Folto drappello d'ottimati, e foltaMoltitudin di volgo al confessante
      Fa cerchio, e inorridisce a sue parole,
      Tutta imparando la esecrata istoria.
      Da tanti petti universal s'innalzaUn lamento: - Oh sventura! oh atroce colpa!
      Il caduto Ebelino era innocente!
      Ed Otton più che gli altri inconsolatoRaccapricciando grida: - Oh me infelice!
      Era innocente, e trarre a morte il feci!
      Il traditor nel suo sangue stramazza.
      Qual mano il colpo diè primier? Mal puoteFama saperlo. I più disser che ratto
      Un ferro in cor si configgesse il tristo,
      Altri che Otton percosselo. Il tumultoFerve con rabbia orrenda. In cento brani
      Ecco lacero, pesto, annichilatoIl cadavere infame. E s'inchinaro
      D'Ebelino anzi il teschio e imperadoreEd ottimati e popolo, e nel tempio
      Dato fu loco alla reliquia santa.
      Alto clamor di giubilo e di rabbiaRimbombò nell'inferno, al piombar quivi
      Il traditor, ma sol menonne festaL'abbietta e sciocca de' demonii plebe:
      Il lor superbo re, poste con iraSu Guelardo le luci e le calcagna,
      Urlò: - Che gloria alma sì vil mi reca!
     
     
     
     
      ILDEGARDE
     
      CANTICA.
     
      Anche l'Ildegarde è una di quelle cantiche ch'io aveva in lontani anni disegnate, e già era questa eseguita in gran parte, ed onorata degli amichevoli suffragi del nostro Monti e di Byron.


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Poesie scelte
di Silvio Pellico
Edizioni Buadry Parigi
1840 pagine 149

   





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