- Le iniquità punir sol puote Iddio;
Noi non possiam sul misero fuggiascoPunirle coll'acciar: solo a punirle
Una guisa n'è data, ed è il perdono.
Càlmati, o genitor; pensa che o degnoPer penitenza diverrà Manfredo,
O, rimanendo iniquo, a lui carboniSaranno inestinguibili sul core,
Giusta il dir dell'Apostolo, i rimorsiE fra l'alme perverse il danno eterno.
A Dio il giudicio! a noi l'umil dolore,
E il benefico palpito e l'eccessoDella pietà non sol sugl'innocenti,
Ma pur sui rei, perocchè tutti d'uopoDel perdono di Dio morendo avremo!
- Oh mia figliuola! sclama alfine Aroldo,
Ti benedico; santamente oprasti!
L'alza, al petto la stringe, e lagrimandoMercè le rende che alla prova il senno
D'esacerbato padre ella non mise.
Un dì alle torri del baron fu vistoGiungere di Manfredo un messaggero
Da lontana contrada, e apportatoreVenìa di ricchi doni. Eran tre lune
Che pace avean l'ossa d'Aroldo, e mutoEra il castello, ed in vicino chiostro
Cinta di sacre lane, i dolci salmiL'orfana, per la cara alma del padre
E del fratel, tutte le notti ergea.
POESIE LIRICHE.
LA MIA GIOVENTÙ.
Cor mundum crea in me, Deus.
(PS. 50. )
Lamento sui fuggiti anni primieri,
Che fecondi di speme Iddio mi dava,
E di ricchi d'amore alti pensieri!
Tra giubili ed affanni io m'agitava,
Ed incessanti studi, e bramosiaDi sollevarmi dalla turba ignava;
E spesso dentro al cor parola udìaChe diceami dell'uom sublimi cose,
Tali che d'esser uomo insuperbìa.
Pupille aver credea sì generoseIl mio intelletto, che dovesser tutte
Schiudersi a lui le verità nascose;
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Poesie scelte
di Silvio Pellico
Edizioni Buadry Parigi 1840
pagine 149 |
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