Della mia giovinezza, e sovra milleSplendide larve io posto avea gli sguardi;
E nulla oprai che d'alta luce brille!
E si sprecar fra inani desideriDell'alma mia bollente le faville!
Lamento sui fuggiti anni primieriChe d'eccelse speranze ebbi fecondi,
E di ricchi d'amore alti pensieri!
Ma sien grazie al Signor che, ne' profondiDelirii miei, pur non sorrisi io mai
Agl'inimici suoi più furibondi:
Sempre attraverso tutte nebbie, i raiDel Vangel mi venian racconsolando;
Sempre la Croce occultamente amai.
Ed il maggior mio gaudio era allorquandoIn una chiesa io stava, i dì beati
Di mia credente infanzia rammentando:
Que' dì pieni di fede, in che insegnatiDal caro mi venian labbro materno
I portenti onde al ciel siamo appellati!
Di nuovo fean di me poscia governoLa incostanza, gli esempi, ed il timore
Dell'altrui vile e tracotante scherno;
E l'ira tua mertai per tanto errore:
Ma gl'indelebili anni che passaroRitesser non m'è dato, o mio Signore!
Presentarti non posso altro riparoChe duolo e preci e fè nel divo sangue,
Di cui non fosti sulla terra avaro
Per chiunque a' tuoi piè pentito langue.
I PARENTI.
Deus enim honoravit patrem in filiis.
(ECCLI. c. 3, v. 3.)
Inno di gratitudine e d'amoreAl Creator de' nostri cuori amanti,
Di tutte meraviglie al Creatore!
Dacchè pel fallo prisco dolorantiAlla luce veniam, qual dolce aïta
Nè' genitori è data a' nostri pianti!
In ogni coppia umana, onde la vitaD'altri umani si svolge, ecco una diva
Pe' figliuoletti carità infinita.
Vedi la vergin titubante e privaD'ogni ardimento, simile a cervetta
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Poesie scelte
di Silvio Pellico
Edizioni Buadry Parigi 1840
pagine 149 |
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Vangel Croce Creator Creatore
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