Ov'alte m'attendean prove d'amore.
Benedetti color, che dolci appoggiMi fur nell'infortunio, e benedetti
Color, che mia letizia addoppian oggi!
E benedetta l'ora in che sedetti,
Saluzzo mia, di novo entro tue sale,
E strinsi a me concittadini petti!
Non vana mai su te protenda l'aleQuell'Angiol, cui tuo scampo Iddio commise,
Sì che nobil sia cosa in te il mortale!
L'alme de' figli tuoi non sien diviseDa fraterna discordia, e mai le pene
Dell'infelice qui non sien derise!
Le città circondanti ergan sereneLor pupille su te, siccome a suora
Ch'orme incolpate a lor dinanzi tiene.
E le lontane madri amin che nuoraVergin ne venga di Saluzzo, e questa
Abbia figliuola reverente ognora;
E la straniera vergin, che fu chiestaDa garzon saluzzese, in cor sorrida
Come a lampo di grazia manifesta!
Pera ogni spirto vil, se in te s'annida!
Vi regni indol pietosa ed elegante,
E magnanimo ardire, e amistà fida!
Mai non cessino in te fantasìe sante,
Che in dottrina gareggino, e sien luceA chi del bello, a chi del vero è amante;
E del saver tra' figli tuoi sia duceNon maligna arroganza, invereconda;
Ma quella fè che ad ogni bene induce;
Quella fede che agli uomini fecondaLe mentali potenze, a lor dicendo,
Ch'uom non solo è dappiù di belva immonda,
Ma può farsi divin, virtù seguendo!
Ma dee farsi divino, o di viltateL'involve eterno sentimento orrendo!
Tai son le preci che per te innalzateDa me son oggi, e sempre, o suol nativo:
Breve soggiorno or fo in tue mura amate,
Ma, dovunque io m'aggiri, appo te vivo!
LA BENEFICENZA.
Esurivi enim, et dedistis mihi manducare.
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Poesie scelte
di Silvio Pellico
Edizioni Buadry Parigi 1840
pagine 149 |
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Angiol Iddio Saluzzo
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