Io la conosceva già. È di Gerico e si chiama Lia. Suo marito essendosi riunito alla setta degli Esseniani l'ha abbandonata da due anni insieme col suo bambino. Ella vive pettinando lana. Probabilmente il lavoro le era mancato. Gli scribi ed i farisei, che erano nella corte dei Gentili, e le guardie del Tempio, si affollavano intorno al gruppo che trascinava quella donna scapigliata, affogata nelle lagrime e gridante: Oh il mio povero figlio, il mio povero figlio! - To', dice allora un levita: se andassimo a vedere cosa ne dice il Rabbì di Galilea che predica lì abbasso, presso il pozzo di Salomone? - Sì, sì, rispondono in coro tutti i parassiti del Tempio, conduciamola dal Rabbì di Galilea. - Fino dal mattino questo Rabbì era andato di corte in corte, e di portico in portico, facendo capannelli intorno a sè ed indirizzandosi al popolo. Aveva provocato ed irritato i farisei mettendoli in ridicolo e trovandoli in fallo. Aveva parlato contro il Sabato, contro il lavarsi le mani, contro le pratiche esterne del culto: e che so io! di tutto infine. Il popolo diceva: Ma vediamo dunque, questo Rabbì non sarebbe egli un pochino profeta, un bricciolo di messia? Ed egli non avea risposto nè sì, nè no, ma aveva lasciato andare ora una parabola, ora un tale arruffamento di parole, che Satana strangolerebbe chi ne avesse compreso una sillaba. I farisei credevano ora di prenderlo in trappola. La legge di Mosè è chiara come la fontana di Siloam. Si spinge dunque la donna dalla parte ove era il Rabbì, e tutti si affollano per vedere ed intendere.
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Memorie di Giuda
di Ferdinando Petruccelli della Gattina
Editore Treves Milano 1883
pagine 551 |
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