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      Il caso era grave. La risposta doveva esser precisa. Pilato se ne ride dell'adulterio, che per lui non è nè un delitto nè un peccato. Ma il Rabbì cosa risponderà? Se condanna la donna, si disgusta con Pilato; se l'assolve, si abbaruffa con Mosè. Egli li lasciò venire. - Rabbì, Rabbì, gli si grida da ogni parte, ecco una donna che abbiamo presa sul fatto stesso d'adulterio. È maritata, tutti lo sanno, ed ella stessa lo confessa. - Hum, brontolò il Rabbì senza alzar la testa ed avendo l'aria di continuare a tracciare dei rabeschi sulla sabbia della corte. - Maestro, gridava disperata la povera donna; avevo fame, il mio bambino aveva fame, eravamo digiuni da due giorni. Non una bricciola di pane, non un denaro, il focolare era freddo. Il Rabbì levò gli occhi sopra la donna, e dopo averla considerata per alcuni istanti: - Sì, eh! mormorò continuando a tracciare sgorbi nella polvere. - La legge di Mosè è chiara, osservò Gamaliele che aveva seguito la folla. - Cosa ci comanda codesta legge? domandò con calma il Rabbì. - Di ucciderla a colpi di pietra, si gridò da ogni parte.
      Moab che aveva ascoltato questo racconto di Bar Abbas, a questo punto si levò d'un salto, come se avesse camminato sopra una vipera. Era spaventevolmento pallido, ma non disse una parola. Noi lo guardammo, sorpresi. Bar Abbas continuò:
      - La povera donna non cessava dal gridare: grazia, grazia! Avevo fame, il mio ragazzo aveva fame; non trovavo più lavoro, non avevo credito, non mi si faceva carità. - Qual è la legge? disse ancora il Rabbì volgendosi a Gamaliele.


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Memorie di Giuda
di Ferdinando Petruccelli della Gattina
Editore Treves Milano
1883 pagine 551

   





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