- Tu che insegni tante cose, rispose il maestro del collegio, dovresti pur conoscerla. - La tua opinione dunque è che ella sia lapidata? insistè il Rabbì. - È la legge, risponde Gamaliele. - Bene allora, grida il Galileo levandosi e dominando col suo sguardo quell'assemblea curiosa, e piena di ansietà. Bene! replica egli, colui in fra di voi che si crede senza peccato le getti la prima pietra.
Questa frase fu come uno scongiuro magico. Tutta la folla restò sorpresa per un istante, non comprendendo nè indovinandone il senso; poi ognuno s'allontanò in silenzio, con la testa bassa, e gli occhi pensierosi. Il Rabbì si avvicina allora alla donna che era caduta quasi svenuta nella polvere, le pone in mano di nascosto una moneta, la sola forse che possedeva, e le dice con soave sorriso: Va, povera donna, va e non peccare più.
Vedendolo levarsi dal posto ove stava seduto, io aveva biascicato: To'! ma gli è mio nipote codesto Rabbì!
Egli non mi aveva forse udito. Mi sono allora avvicinato. Voi lo comprendete. Se io mi potessi attirare un uomo di simile levatura nel nostro progetto, pensava io.... - Nipote, gli dissi, non riconosci più il marito della sorella di tua madre? - Il Rabbì levò lentamente il capo, e fissò il suo sguardo su me. Questo sguardo si rischiarò, si dilatò, divenne infiammato. E' fece un passo indietro.... e mi disse: Vattene, zio!
- Ma no, ma no, interruppe Justus, egli ti ha detto: Indietro, infame, indietro. - E la sua voce, sì dolce un momento prima, rintronava nel Tempio.
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Memorie di Giuda
di Ferdinando Petruccelli della Gattina
Editore Treves Milano 1883
pagine 551 |
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Rabbì Gamaliele Galileo Rabbì Rabbì Rabbì Vattene Justus Indietro Tempio
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